(Rinnovabili.it) – Nessun problema per la concorrenza dal momento che il mercato eolico è molto frammentato. Con queste motivazioni, l’Antitrust europeo ha concesso la sua benedizione alla fusione di due big dell’industria del vento, Siemens e Gamesa. Il via libera, concesso dall’Unione europea “senza condizioni”, permetterà alla conglomerata tedesca di unirsi alla multinazionale spagnola, creando il più grande produttore di turbine eoliche al mondo.
Un’operazione mastodontica considerando gli asset delle due compagnie, che conquisterebbero così una quota di mercato del 14,6%. I numeri presentati parlano già di ricavi per circa circa 9,3 miliardi di euro. L’indagine dell’autorità della concorrenza si è concentrata su due aree in cui le attività di entrambe le società si sovrappongono: il mercato delle turbine eoliche onshore, su cui non ci sarebbero ostacoli dato che, come osservato, “è piuttosto frammentato”, e quello delle turbine marine, più concentrato, ma che, secondo Bruxelles, non costituirebbe ugualmente un problema. “È improbabile che l’operazione cambi in modo significativo la situazione dal punto di vista della concorrenza”, spiega l’Antitrust.
La nuova realtà sarà al 51% in mano a Siemens, mentre il resto agli azionisti di Gamesa. Nella pratica entità prenderà il posto di quest’ultima sul listino iberico, mantenendo in Spagna, e più precisamente nella città basca di Zamudio, anche la sede legale e il quartier generale. “Abbiamo raggiunto una pietra miliare nel nostro cammino verso la fusione di Gamesa e Siemens Wind Power per creare un player eolico leader a livello globale”, commenta Lisa Davis, membro del Consiglio di Gestione di Siemens AG, in un comunicato. “Questa fusione è progettata per combinare i punti di forza complementari di entrambe le società a beneficio dei nostri clienti, azionisti, dipendenti e fornitori”.
Dalle pagine di El Paìs, gli analisti di Bloomberg ricordano come la società basca abbia realizzato una crescita delle vendite a due cifre, da metà del 2014, grazie a mercati come il Brasile, il Messico e l’India, luoghi in cui la divisione eolica di Siemens è invece più debole. Contemporaneamente il big tedesco sta cercando di differenziare per ridurre l’incertezza di una minor crescita globale legata all’effetto Brexit.