Nel corso del 2013 la crescita dell’energia del vento è calata dell’8% rispetto al 2012, per un totale di 11.159 MW di nuova capacità eolica istallata sul territorio comunitario
(Rinnovabili.it) – L’Ewea, l’associazione che rappresenta i produttori di energia eolica, pubblica i dati sulle performance 2013 del vento europeo. Performance che deludono ma che non sorprendono, in calo significativo rispetto al 2012 per colpa della forte contrazione di mercati nazionali fino a ieri rigogliosi.
La retromarcia innescata da Paesi come Spagna, Italia e Francia – rispettivamente calati dell’84%, 65% 24% – ha sortito importanti effetti nella UE-28. Secondo i dati presentati dall’Ewea infatti, lo scorso anno sono stati allacciati alle rete solo 11.159 MW eolici, con un decremento su base annuale dell’8%. E mentre la capacità eolica totale dell’Unione Europea raggiunge i 117,2 GW (quanto basta a soddisfare l’8% della domanda elettrica comunitaria), la lobby del vento europea fa le pulci alle cause di questo rallentamento.
Fino a ieri, infatti, la crescita del’eolico aveva coinvolto la maggior parte degli Stati membri, al punto da divenire per due anni di seguito la tecnologia con la maggiore crescita annuale e da superare pertanto anche quella delle fonti fossili. Oggi invece, di fronte a normative nazionali in profondi mutamento, e di conseguenza di fronte ad un’attrattività del mercato marcatamente in declino, a salvarsi sono solo due paesi: la Germania con 2.998 MW da nuovi impianti e la Gran Bretagna con i suoi 1.883 MW. In compenso il Belpaese rimane al quarto posto tra i migliori produttori europei di energia eolica, contribuendo al 7% del totale; sul podio della produzione, la Germania al primo posto (29%), seguita da Spagna (20%) e Regno Unito (9%).
“Gli impianti eolici dell’UE per il 2013 mostrano l’impatto negativo del mercato, l’incertezza normativa e politica che sta travolgendo tutta l’Europa. I destabilizzanti quadri legislativi sull’energia eolica hanno minato gli investimenti, e messo a rischio la crescita verde, i posti di lavoro e la sicurezza energetica”, ha commentato Justin Wilkes, Deputy CEO di EWEA. “E’ fondamentale che i Capi di Stato al Consiglio Ue di marzo ribadiscono l’impegno per le energie rinnovabili e stabiliscano gli target vincolanti e ambiziosi per il 2030”.