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L’eolico europeo copre oltre il 10% della domanda elettrica

L’eolico europeo copre oltre il 10% della domanda elettrica

 

(Rinnovabili.it) – Il segmento industriale che più piace a quanti investono nell’energia comunitaria? Quello del vento. Nel 2016, l‘eolico europeo ha rappresentato il 51% di tutti i nuovi impianti realizzati nel settore energetico. Alla rete elettrica sono stati collegati 12 GW eolici, una nuova potenza che ha aiutato l’UE a coprire il 10,4% del suo fabbisogno 2016.

 

Mentre l’Europa sta perdendo terreno sul fronte fotovoltaico, su quello eolico stringe ancora una leadership quasi assoluta, segnata in maniera appena percettibile dal leggero calo nelle istallazioni annuali (-3%). Il continente vanta oggi una capacità cumulata di 153,7 GW e un’industria matura che sta puntando dritta alla piena competitività con le rivali fossili.

 

Le performance dello scorso anno dimostrano che la meta non è lontana. Dei nuovi 12,5 GW, più di 10 sono stati istallati a terra, il resto in mare aperto. Ma a livello nazionale c’è chi ha partecipato alla crescita più di altri: la Germania da sola ha allacciato alla rete il 44% della nuova capacità, ossia 5.443 MW. Veri e propri record si sono registrati anche in Francia (1.561 MW), Paesi Bassi (887 MW), Finlandia, Irlanda e in Lituania, lo Stato tra i ventotto che mostra il maggior numero di istallazioni rispetto al consumo energetico nazionale.

In termini di capacità cumulata, istallata a livello nazionale, primeggiano Germania (50 GW) e Spagna (23.1 GW): insieme rappresentano il 48% di quella europea. Seguono il Regno Unito, la Francia e l’Italia, rispettivamente con 14.5 GW, 12.1 GW e 9.3 GW.

 

Sebbene sia innegabile che il trend di crescita degli impianti è rallentato, quello degli investimenti, tra impianti onshore e offshore, ha raggiunto la cifra record di 27.5 miliardi di euro. L’ago della bilancia propende ovviamente per le centrali marine, vere protagoniste del 2016 grazie a risorse superiori ai 18 miliardi.

 

“L’energia eolica è oggi una parte tradizionale ed essenziale nella fornitura di energia elettrica in Europa. È anche un settore maturo e di per sé significativo, che sta offrendo 330.000 posti di lavoro”, commenta Giles Dickson, Ceo di WindEurope (ex EWEA). Ma non mancano i problemi da risolvere, a cominciare dalla confusione delle politiche energetiche europee. Solo sette Stati membri su ventotto hanno obiettivi e strategie per le energie rinnovabili oltre il 2020 e “la transizione dai Feed-in-Tariff alle aste è stata meno fluida di quello che speravamo”.

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