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Eolico cinese, installazioni da record. Ma il consumo è ridicolo

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(Rinnovabili.it) – La Cina dimostra ancora una volta di essere il Paese delle grandi contraddizioni. Nel 2015 ha superato l’Unione europea per capacità installata nel settore eolico, ma ha sprecato 33,9 miliardi di kWh prodotti dai suoi impianti. Secondo il regolatore cinese dell’energia elettrica (la National Energy Administration), si tratterebbe di un quinto del totale generato l’anno scorso. Rispetto al 2014, il 2015 ha visto calare i tassi di utilizzo dell’energia eolica di 165 ore. L’authority ha chiesto che il governo vari misure più severe per ridurre gli sprechi, altrimenti ha poco senso dominare le classifiche mondiale con una capacità installata sempre maggiore. Per aumentare la quantità di energia pulita immessa nella rete, è necessario investire in maniera sostanziosa nelle infrastrutture, oggi carenti, e convincere (meglio, obbligare) le imprese che operano nel dispacciamento a dare priorità all’elettricità prodotta da rinnovabili.

La capacità totale di energia eolica della Cina ha raggiunto i 133,3 gigawatt alla fine di febbraio. Questa quota rappresenta il 9% del totale, ma è largamente sottoutilizzata. Il problema evidenziato dall’authority, infatti, è che i livelli di produzione si attestano a 168 miliardi di kWh, solo il 3% del totale nazionale nel 2015.

 

Eolico cinese installazioni da record 2I critici hanno gioco facile nell’accusare i governi locali di concentrarsi sulla potenza installata piuttosto che sull’efficienza e l’utilizzo, cercando di raggiungere gli obiettivi di energia rinnovabile tramite la costruzione di parchi eolici in regioni dove la velocità del vento è bassa e grid capacity insufficiente.

Una soluzione, secondo la National Energy Administration, potrebbe passare per la creazione di un meccanismo di scambio dell’energia attraverso i confini provinciali e regionali, attivandosi per prendere misure volte ad assicurare che gli aumenti nella produzione e della capacità di trasmissione vadano di pari passo.

La Cina si propone di aumentare la quota di combustibili non fossili nel suo mix di energia primaria al 15% entro la fine del 2020, rispetto al 12% nel 2015. Sebbene questa definizione comprenda anche investimenti nel nucleare, l’eolico è una fonte al centro della strategia energetica del Dragone. Per adesso, comunque, soltanto sulla carta.

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