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Eolico, ANEV: le aste competitive sono un fallimento

Eolico, ANEV: le aste competitive sono un fallimento

 

(Rinnovabili.it) – L’Italia è stata bollata da più società di analisi  finanziarie come poco attraente per gli investitori sul fronte delle energie rinnovabili. Nel giro di pochi anni uno dei Paesi a più rapida crescita nel settore dell’energia pulita ha visto le proprie prospettive di sviluppo del green tech ribaltarsi completamente, sotto le pressioni della crisi economica e dei nuovi indirizzi energetici nazionali. A pesare sul settore delle rinnovabili sono state anche le ultime norme dedicate, i cui risultati sono oggi al centro delle critiche dall’Anev. Nel dettaglio l’associazione si scaglia su quelle che sono state le conseguenze sull’eolico italiano dopo le prime tre sessioni d’asta competitiva per l’assegnazione degli incentivi.

 

Nello specifico, dell’asta 2012 il 46% dei MW vincitori e aggiudicatari dell’incentivo, non sono ancora in costruzione, quindi dei 442 MW ammessi solo 217 MW sono in esercizio; situazione non dissimile per quella del 2013: dei 465 MW ammessi solo 113 MW sono in costruzione, ma nessuno in esercizio. E anche lo scenario 2014 non è più sereno a causa di un progressivo innalzamento dei livelli di sconto che renderà presumibilmente irrealizzabile gran parte degli impianti in graduatoria.  

 

“Alla luce di quanto detto sembra chiaro che l’esperienza delle aste sia stata fallimentare, avendo spostato l’obiettivo sul raggiungimento di sconti significativi per aggiudicarsi l’asta, piuttosto che sul raggiungimento di un livello di sconto sugli impianti in esercizio”, spiega l’Anev in una nota stampa. “Per uscire da questa situazione il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare dei correttivi adeguati per le prossime aste e farlo in tempi utili ad evitare il tracollo del settore che nel 2014 ha installato solo 35 MW contro i 1.273 del 2012 (!!!!!!)”. L’associazione torna inoltre a ribadire l’indispensabilità del meccanismo di scorrimento della graduatoria prima dei 42 mesi attualmente previsti, che oggi ne rende impossibile l’applicazione, mentre basterebbe prevedere meccanismi di controllo dell’avanzamento delle realizzazioni e consentire l’uscita anticipata dalle graduatorie dei progetti irrealizzabili.

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