Il progetto europeo Powered procede a vele spiegate. Istallata la prima delle sette stazioni per la misura dell’energia del vento
(Rinnovabili.it) – Lo sviluppo dell’eolico offshore vede l’Italia fortemente in ritardo rispetto ad altri Stati membri, nonostante in questi anni non siano mancati progetti e idee. Uno dei modi per recuperare questo gap è sicuramente sapere con precisione quale potenziale energetico contengano le nostre acque, obiettivo a cui oggi sta contribuendo il progetto europeo POWERED, acronimo di Project of Offshore Wind Energy: Research, Experimentation, Development. Cofinanziato dal Progetto di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico, POWERED ha come scopo la valutazione delle risorse eoliche del Mare Adriatico e l’implementazione di una rete di stazioni di misura del vento di caratteristiche conformi alla determinazione della producibilità di energia elettrica da fonte eolica, che rimarrà attiva fino al 2019.
In altre parole si punterà ad attivare un sistema di previsione meteorologica a breve termine (24-48 ore) che aiuti nella valutazione dell’energia producibile da eventuali parchi eolici offshore realizzati nel Mare Adriatico. La prima delle sette stazioni di misure anemometriche previste, è stata portata a termine ieri alla Micoperi Marine Contractors di Ravenna. Le apparecchiature sono state installate su un’ex flare tower che si trova all’interno della sede della società ravennate, che è uno dei partner del progetto. Il monitoraggio è garantito su 4 diversi piani di misura, a partire da 4 metri dal suolo per finire a oltre 100 metri; ciò consente di determinare con elevata accuratezza anche il profilo di vento in prossimità della torre di installazione. Il lavoro del Progetto POWERED comprende anche la definizione delle linee guida comuni ai territori che si affacciano sull’Adriatico, per rendere più snelli gli iter burocratici e amministrativi che precedono la fase di realizzazione degli impianti, ma anche per regolamentare la loro costruzione.
«Il progetto – spiega il responsabile del comitato scientifico, il Prof Ingegner Renato Ricci, docente all’Università Politecnica delle Marche – punta a definire le ‘buone pratiche’, cioè le azioni da compiere per programmare con efficacia la realizzazione di un impianto eolico offshore. Che va programmato e non può essere gestito come un impianto eolico sulla terraferma, perché ci sono questioni legate a linee di traffico navale, problemi ambientali, sociali ecc. E lasciare spazio alla singola iniziativa non funziona. Ecco, in questo senso Powered ha affrontato tutte le problematiche e fatto emergere tutte le possibilità legate alla realizzazione di un campo eolico offshore».