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Eolico 2020: tre tendenze da non perdere di vista

Wood Mackenzie studia l’industria eolica globale e annuncia: l’onshore raggiungerà la maturità nel 2020 scontrandosi direttamente con il solare

eolico 2020
Foto di 용한 배 da Pixabay

 

Trasmissione, riciclo, consolidamento del mercato: i trend dell’eolico 2020

(Rinnovabili.it) – Un settore più solido e asciutto, in crescita continua ma sempre più in competizione con il fotovoltaico: si potrebbe riassumere così lo sguardo della Wood Mackenzie sull’industria globale del vento globale. La società di ricerca ha analizzato il settore per evidenziare tre importanti trend che contraddistingueranno l‘eolico 2020. Il quadro che ne emerge dà l’idea di una vera e propria maratona evolutiva, la stessa che ha caratterizzato gli ultimi 10 anni, e che oggi si conferma più forte che mai. I produttori di turbine eoliche e gli sviluppatori di progetti continueranno a introdurre nuove tecnologie e  a ridurre i costi, ma – avvertono gli analisti – “sono all’orizzonte limiti all’innovazione tecnologica”, sul fronte delle installazioni a terra.

 

Tali vincoli potrebbero non essere un problema per il settore in sé, dal momento che le turbine onshore in molte parti del pianeta sono già oggi l’opzione più economica per la produzione elettrica. Tuttavia gli impianti solari su larga scala stanno diventando sempre più competitivi ritagliandosi spazi anche in mercati fino a ieri dominati dall’energia del vento. L’ancora ampia possibilità di riduzione costi e la sempre più frequente accoppiata con le batterie, daranno al fotovoltaico uno spazio maggiore in cui crescere rispetto all’eolico 2020 a terra.

 

E mentre il settore manifatturiero delle turbine onshore si avvicina alla piena maturità commerciale e tecnologica in questi anni ‘20, l’industria è nel mezzo di una “ondata finale di consolidamento”, ha dichiarato Dan Shreve, autore della ricerca. “In un certo senso, il mercato del vento sta iniziando ad assomigliare a quello del gas naturale a ciclo combinato”. Molti produttori di aerogeneratori, un tempo leader del mercato, hanno chiuso o sono stati assorbiti da giocatori più grandi. “La scomparsa dei pionieri del settore è agrodolce, sebbene probabilmente sia una necessità per il prossimo round di riduzioni costi del settore globale“, ha aggiunto Shreve. “È possibile che il 98% del mercato eolico occidentale finisca sotto il controllo di tre società”, vale a dire Vestas, Siemens Gamesa e General Electric.

 

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Raggiungere la maturità, tuttavia, non significa che l’industria eolica sia destinata a declinare. WoodMac prevede che oltre 700 GW di capacità eolica saranno costruiti a livello globale nel periodo 2019-2028, con un mercato annuale che si aggira intorno ai 60 GW.

Uno degli elementi fondamentali per questa crescita sarà l’implementazione di super-reti nazionali e pan-regionali, per accelerare la distribuzione delle risorse di trasmissione. “Le radicali modifiche normative necessarie per raggiungere questo livello di armonizzazione richiederanno decisioni degne di nota dal punto di vista politico. In caso di successo, l’ampio dispiegamento della trasmissione HVDC consentirà una sostanziale espansione dell’energia eolica terrestre”, ha spiegato l’analista.

La società punta i riflettori anche l’incapacità del mercato eolico terrestre di sviluppare una soluzione efficiente per il riciclaggio delle vecchie turbine, una delle vere sfide dell’eolico 2020. Il problema è stato fino a ieri quasi invisibile grazie alle ridotte dimensioni delle unità di prima generazione e la quasi assenza di repowering.

 

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