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Energia rinnovabile offshore, il nord Europa vuole l’indipendenza energetica

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Foto di Norbert Pietsch da Pixabay

I 9 Paesi della Cooperazione energetica costruiranno almeno 260 GW di eolico marino entro il 2050

(Rinnovabili.it) – Tutti uniti sotto un unico obiettivo: impiegare l’energia rinnovabile offshore per raggiungere l’indipendenza energetica. È una strada ancora tutta da percorrere quella che 9 paesi europei hanno messo ieri nero su bianco alla presenza della Commissione UE. I ministri dell’energia di Belgio, Irlanda, Danimarca, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia si sono incontrati a Dublino per rafforzare la North Seas Energy Cooperation (NSEC). E per la prima volta dalla nascita dell’intesa, hanno fissato obiettivi aggregati (ma non vincolanti) per l’energia pulita in mare. Nello specifico i nove hanno concordato di raggiungere almeno 260 GW di eolico marino entro la metà del secolo. Una capacità che a regime rappresenterà più dell’85% del target fissato dall’esecutivo UE per l’energia rinnovabile offshore del 2050.

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“L’impegno odierno – ha commentato la commissaria europea all’Energia, Kadri Simsonè un ottimo esempio del tipo di cooperazione regionale che la Commissione ha previsto nella strategia per le energie rinnovabili offshore […] L’accelerazione della diffusione delle fer rappresenta uno dei tre pilastri del piano REPowerEU per porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi. Ciò non solo aiuterà a migliorare la sostenibilità del nostro settore energetico, ma migliorerà la nostra sicurezza dell’approvvigionamento e l’accessibilità economica dell’energia, due sfide che stiamo affrontando proprio in questo momento”.

Energia rinnovabile offshore, tra obiettivi e sfide

Il piano del NSEC procederà per tappe. I Paesi puntano a installare 76 GW eolici entro il 2030, per poi raggiungere i 193 GW nel 2040 e i 260 GW nel decennio successivo.

Ma, come ricorda anche WindEurope, oggi la filiera europea dell’energia eolica sta affrontando diverse difficoltà. Le aziende del settore stanno facendo i conti con gli effetti economici della guerra in Ucraina, le interruzioni della catena di approvvigionamento dovute al COVID19 e gli elevati costi energetici e di spedizione. Un quadro critico che non risparmia nessuno. “Tutti e cinque i produttori europei di turbine stanno attualmente subendo perdite. Una situazione insostenibile che deve cambiare il prima possibile”.

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Ecco perché il vertice NSEC si è focalizzato su nuovi modi per garantire che la leadership mondiale per l’eolico offshore continui a essere “made in Europe”. “I ministri – racconta WindEurope – sono stati chiari sul fatto che l’ambiziosa espansione dell’eolico offshore nei mari del Nord debba affrontare una serie di colli di bottiglia, tra cui la disponibilità di infrastrutture e forza lavoro. L’Europa dovrà investire almeno 6,5 miliardi di euro nel potenziamento delle sue infrastrutture portuali. E raggiungerà i suoi obiettivi eolici offshore solo con personale più sufficientemente formato. Oggi 77.000 europei lavorano nell’eolico offshore. Entro il 2030 potrebbero arrivare a 200.000″. I partecipanti hanno anche chiesto alla Commissione europea di accelerare la sua annunciata Guida sui criteri differenti dal prezzo per le aste.

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