Energia italiana, eolico e fv si riavvicinano al record storico
(Rinnovabili.it) – Riduzione dei consumi e delle emissioni, prezzi di luce e gas in calo, crollo dell’importazioni elettriche ma soprattutto record di produzione eolica e fotovoltaica. Si potrebbero riassumere così i primi tre mesi dell’energia italiana 2019. Con trend diametralmente opposti a quelli che hanno caratterizzato il 2018, l’anno nuovo si apre accelerando su tutte e tre le dimensione del trilemma energetico: sicurezza, decarbonizzazione ed equità (intesa come prezzi accessibili a tutti). Ma la situazione complessiva è frutto di una congiuntura favorevole che non permette, per ora, previsioni a lungo termine.
A fare le pulci all’energia italiana 2019 è, come di consueto, il bollettino trimestrale di Enea, che raccoglie i vari dati del sistema nazionale traducendoli nell’ISPRED, l’indice sintetico della transizione energetica. Nel 2018, l’indice aveva attraversato un lunga fase di calo, sinonimo di peggioramento per l’Italia sul fronte dei prezzi, della sicurezza energetica e delle emissioni. Oggi mostra invece una decisa ripresa legata una crescita tendenziale del 7%.
Cosa è cambiato? Innanzitutto i dati su produzione e consumi. Da gennaio a marzo la generazione elettrica rinnovabile ha compiuto un deciso balzo in avanti grazie a fotovoltaico ed eolico, cresciuti complessivamente del 24% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questo boom produttivo ha fatto sì che le due fer non programmabili abbiano raggiungessero quota 15,2% del mix elettrico, sfiorando il massimo storico italiano (un 15,4% raggiunto nel 2016).
Di pari passo sono calati i consumi elettrici e quelli nei settori di impiego finali a causa di una serie di fattori tra cui il calendario (due giornate lavorative in meno) e la temperatura più mite dell’inverno 2019. Meno energia consumata significa ovviamente minori emissioni di CO2 (in calo del 3%) e minori importazioni (meno 23%).
“Il duplice calo […] anche se contenuto, segna una positiva inversione di tendenza per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, – spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che coordina l’analisi – ma la distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle per centrare il target al 2030 resta vicina ai massimi dell’ultimo decennio”.
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Segno meno anche davanti ai prezzi dell’energia italiana, a cominciare da quello del gas naturale sui mercati all’ingrosso: il prezzo al PSV italiano si è ridotto di un quinto nel I trimestre 2019 (rispetto al precedente) e si stima un taglio simile anche nel II trimestre, fino a valori ben al di sotto di un anno prima. “Il dato rilevante di questa fase del mercato globale è il forte disaccoppiamento fra i prezzi del gas e quelli del petrolio attualmente sotto tensione per gli eventi geopolitici – sottolinea Gracceva – L’eventuale intensificarsi di elementi di crisi potrebbe ripercuotersi anche sui prezzi del gas”.
Altro dato interessante dell’analisi Enea, i prezzi al consumo dell’elettricità: i minori costi del gas hanno avuto degli effetti benefici sul settore elettrico ma per le imprese – ad eccezione di quelle energivore – le bollette restano ben oltre la media dei principali Paesi Ue. Si è invece fortemente ristretto fino quasi ad azzerarsi il differenziale positivo fra i prezzi pagati dalla media delle famiglie italiane e quelli della media delle famiglie Ue, sceso dal 15% del 2011 all’attuale 2%.