(Rinnovabili.it) – L’energia eolica potrebbe divenire una fonte meno imprevedibile di quanto non lo sia stata finora. Il segreto è nel nuovo approccio progettuale nato nei laboratori del MIT di Boston. Qui infatti si stanno mettendo a punto gli ORES (Ocean Renewable Energy System), nuovi dispositivi di stoccaggio energetico da integrare nella struttura delle turbine off-shore per rendere ogni unità in grado di fornire l’elettricità on demand. Nel dettaglio, gli ingegneri dell’istituto americano hanno pensato a sfere cave in calcestruzzo, di 30 metri di diametro e del peso di migliaia di tonnellate, che possano avere il doppio ruolo di ormeggi per gli aerogeneratori galleggianti e di sistemi di accumulo. Ogni volta che una wind farm dovesse produrre più energia della richiesta, l’elettricità verrebbe deviata per azionare una pompa idraulica fissata alla struttura sottomarina, che riempirebbe la sfera di cemento di acqua. Su richiesta, la sfera potrebbe lasciare fluire nuovamente l’acqua all’esterno attraverso una turbina, a sua volta collegata d un generatore elettrico.
Secondo i calcoli dei ricercatori una struttura di 25 metri di diametro posta a 400 metri di profondità potrebbe memorizzare fino a 6 megawatt-ora di energia; questo significa che 1.000 di queste sfere sarebbero in grado di fornire più energia di una centrale nucleare per diverse ore – abbastanza per fare del vento una fonte affidabile di energia. Il team ha calcolato che la profondità ottimale per le sfere sarebbe di circa 750 metri, ma con costi ridotti il sistema potrebbe dimostrarsi redditizio anche a 200 metri di profondità. Inoltre, secondo gli ingegneri, il calcestruzzo per realizzare le ogni unità potrebbe essere fatto, in parte, impiegando le ceneri volanti rilasciate dalle centrali a carbone – materiale che altrimenti sarebbe solo un prodotto di scarto – al posto del cemento.