Eolico offshore, la capacità operativa globale è oggi a quota 60 GW
(Rinnovabili.it) – L’energia eolica offshore si è svegliata. Quello che fino a pochi anni fa era un campo ad esclusivo appannaggio dell’Europa, ha visto farsi avanti prima la Cina – attualmente il numero uno nel settore – e oggi una lunga lista di nuovi mercati emergenti: dal Vietnam agli Stati Uniti, dall’Australia al Brasile.
L’interesse nell’eolico in mare è cresciuto in maniera esponenziale al punto che da poter contare su una pipeline di progetti da oltre 1.100 GW. Queste, secondo una nuova ricerca di EnergyPulse RenewableUK, sarebbero le centrali e gli impianti pianificati a livello globale per i prossimi anni. Per la precisione parliamo di 1.174 GW suddivisi fra 1.417 progetti in 38 paesi, pari ad un aumento di 508 GW rispetto la pipeline di un anno fa. Se tutti questi impianti dovessero vedere la luce – elemento non scontato – l’energia eolica offshore potrebbe soddisfare il 20% della domanda mondiale di elettricità.
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La fame cinese di energia eolica offshore
Ovviamente in questo nuova corsa al vento, alcuni Paesi contribuiranno più di altri. Attualmente, spiegano gli analisti di EnergyPulse, la Cina con i suoi 28,3 GW attivi possiede il 47% della capacità operativa globale (60 GW), seguita dal Regno Unito e i suoi 13,7 GW, pari al 23% del totale. E da sole si sono aggiudicate il 90% di tutta la nuova potenza eolica offshore installata nel 2022. Non sorprende, dunque, sapere che queste due potenze continueranno a dominare il settore anche negli anni a venire, dominando la classifica mondiale almeno fino al 2030.
“Il Regno Unito – ha commentato l’amministratore delegato di RenewableUK, Dan McGrail – mantiene una posizione di forza nell’eolico offshore, seconda solo alla Cina. Ma stiamo assistendo a una crescita incredibile in nuovi mercati come l’Australia, gli Stati Uniti e il Brasile. Dall’invasione dell’Ucraina, c’è stato un cambiamento radicale globale nell’eolico offshore che rappresenta una sfida per la nostra attuale posizione di leader mondiale”.
“Ora c’è una feroce concorrenza globale per gli investimenti non solo nei parchi eolici, ma anche negli impianti di produzione e nelle catene di approvvigionamento”, ha continuato McGrail. “Gli Stati Uniti e l’UE stanno offrendo massicci incentivi finanziari per le energie rinnovabili, mentre nel Regno Unito il governo ha aumentato le tasse sull’energia pulita”.
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