L’Europa è diventata un banco di prova per la sostituzione del carbone con energia eolica e solare e i buoni risultati ottenuti dovrebbero rassicurare gli altri paesi sulla possibilità della transizione
(Rinnovabili.it) – Le emissioni di CO2 dal sistema elettrico mondiale sono diminuite del 2% nel 2019. L’anno scorso, complici un inverno mite e un uso ridotto di centrali elettriche a carbone, è stato raggiunto il calo più significativo nelle emissioni di carbonio in quasi trent’anni. In ogni caso c’è bisogno di incrementare energia eolica e solare, altrimenti né gli accordi di Parigi saranno rispettati né i problemi relativi alla crisi climatica avviati verso una soluzione.
Lo ha rivelato un nuovo rapporto sulla generazione globale di elettricità pubblicato dal think-tank sul clima Sandbag in collaborazione con Agora Energiewende. Le stime parlano, complessivamente, di una riduzione di energia da centrali a carbone del 3%, nonostante la dipendenza della Cina da questa energia sia aumentata anche nel 2019. Il vero calo si è registrato in Europa e negli Stati Uniti dove la produzione di carbone si è dimezzata dal 2007 a oggi, diminuendo, l’anno scorso, di quasi un quarto nell’UE e del 16% negli USA. Nel rapporto i ricercatori sottolineano che sicuramente “si stanno compiendo progressi nella riduzione della produzione di carbone, ma nulla di sufficiente per far fronte all’urgenza necessaria per limitare i cambiamenti climatici”.
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Dave Jones, autore principale dello studio, ha affermato che i governi devono accelerare drasticamente la transizione elettrica in modo tale da portare al collasso la produzione globale di carbone nel corso degli anni Venti. “Passare dal carbone al gas significa semplicemente scambiare un combustibile fossile con un altro. Il modo più economico e rapido per porre fine alla generazione di carbone è attraverso un rapido incremento di energia eolica e solare”. L’UE ha compiuto rapidi progressi nella sostituzione del carbone con energie rinnovabili, mentre gli Stati Uniti hanno aumentato la loro dipendenza dal gas.
Rimane il fatto che nel luglio 2018 il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avevano concordato un rafforzamento nella loro cooperazione energetica. “Gli Stati Uniti stanno nuovamente offrendo una forma di libertà al continente europeo“, diceva al riguardo il segretario americano per l’energia Rick Perry, aggiungendo “piuttosto che sotto forma di giovani soldati americani, sotto forma di gas naturale liquefatto”. Nel 2018 Steven Winberg, assistente segretario degli Stati Uniti per l’energia fossile, sottolineava come “forse ancora più rilevante è che entro il 2020 passeremo da 50 miliardi di metri cubi di capacità di esportazione di gas a 112 miliardi di metri cubi all’anno”. È ancora più chiaro quindi che per raggiungere gli obiettivi per il clima concordati a Parigi il mondo abbia bisogno di una crescita massiccia nel campo delle energie rinnovabili e di “sforzi concertati da parte dei responsabili politici”. Secondo il rapporto sarà necessario registrare un tasso di crescita del 15% all’anno per la generazione di energia eolica e solare, cosa che richiederà “uno sforzo colossale”.
Nell’UE 2019 l’energia eolica e solare hanno fornito quasi un quinto dell’elettricità totale, superando gli Stati Uniti e il loro 11% di quita verde. In termini di confronto, in Cina e India solare ed eolico costituivano rispettivamente l’8% e il 9% della produzione elettrica.
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