Lanciato il database Energy and Nature che raccoglie progetti eolici con impatto positivo sull’ambiente marino
Il mondo sta affrontando due crisi fortemente interconnesse fra loro: il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Esistono approcci noti per affrontare tali sfide, tuttavia, una soluzione per una può involontariamente intensificare l’altra. Comincia così il rapporto ‘Avoidance and minimisation of environmental impacts from offshore wind & grid’, lanciato in questi giorni dalla coalizione OCEaN e dedicato alla relazione tra energia eolica e biodiversità.
Il documento è stato presentato il 30 ottobre in occasione della conferenza internazionale “Strong Winds, Thriving Seas”, organizzata da RGI e WindEurope. Attraverso le sue 52 pagine offre una lista di misure attraverso le quali gli sviluppatori di impianti eolici e reti elettriche possono ridurre al minimo i potenziali impatti sugli ecosistemi marini. Con un focus specifico su prevenzione e minimizzazione dei danni. Nozioni essenziali se si guarda al futuro dei mari europei.
Energia eolica e biodiversità, occhio alla pianificazione
Oggi i paesi che si affacciano sul Mar Baltico e sul Mar del Nord sono impegnati a raggiungere ambiziosi obiettivi di transizione energetica, spingendo al massimo lo sviluppo eolico offshore. Ciò significherà dar via ad intense attività umane in ecosistemi naturali già fragili e minacciati. “Tuttavia, pianificando in modo responsabile i parchi eolici offshore e le reti, possiamo ridurre al minimo le ulteriori pressioni esercitate sulla natura da questi sviluppi”, spiegano gli autori.
Interventi di prevenzione e minimizzazione dei danni possono essere applicati in ogni fase di vita dell’infrastruttura eolica.
Una progettazione e pianificazione di tutte attività all’interno di un parco eolico risultano fondamentali per evitare impatti sull’ambiente, spiega la Coalizione. Ad esempio, durante la fase di pianificazione, il micrositing [processo attraverso il quale viene determinata la posizione specifica degli aerogeneratori] viene completato in combinazione con la progettazione dell’infrastruttura e la scelta dei materiali. Per consentire decisioni responsabili, ed evitare impatti negativi come collisioni e spostamenti, appare come prerequisito essenziale svolgere un’indagine e una mappatura dettagliate dei siti di installazione.
“È necessaria una valutazione completa delle condizioni di base in tutti i siti di sviluppo dell’eolico offshore e dovrebbe essere eseguita un’attenta micro-localizzazione dell’infrastruttura”, si legge nel report. “Ad esempio, la progettazione del layout delle turbine potrebbe considerare le rotte migratorie degli uccelli marini disponendo gli aerogeneratori in gruppi, a seconda delle rotte di volo”.
La fase costruttiva
Anche la fase costruttiva richiede un’attenzione particolare per rendere positiva la relazione tra energia eolica e biodiversità. Prima di iniziare i lavori, il documento sottolinea la necessità di preparare un protocollo di costruzione dettagliato e completo che riduca il numero di viaggi delle navi di installazione a quelli strettamente necessari.
E ancora: durante la fase di realizzazione delle turbine, emissioni acustiche vengono rilasciate sia sopra che sotto l’acqua e possono potenzialmente causare lesioni alla fauna o allontanare uccelli, pesci e mammiferi marini. Esistono tuttavia molti modi per minimizzare il rumore, come le tende a bolle, paratie o l’impiego della vibro-palinatura.
Energia eolica e biodiversità: Buone pratiche cercasi
Per accompagnare l’azione la coalizione ha anche lanciato il database Energy and Nature. La piattaforma raccoglie progetti innovativi che dimostrano come le infrastrutture eoliche e di rete offshore possano migliorare o ripristinare gli ecosistemi marini e avere un impatto positivo sulle comunità locali.
Nella stessa occasione i membri di OCEaN (acronimo di Offshore Coalition for Environment and Nature) hanno invitato la Commissione europea entrante e gli Stati membri a garantire una solida pianificazione dello spazio marittimo e a fare un uso migliore dei criteri ecologici e sociali nelle aste dedicati. Nella loro dichiarazione congiunta, hanno sollecitato l’implementazione della direttiva quadro sulla strategia marittima e della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo, della strategia per le energie rinnovabili offshore (ORES) e del Net Zero Industry Act (NZIA) e della strategia sulla biodiversità per il 2030.
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