Il futuro dell’energia eolica europea in due report
L’energia eolica ha il potenziale di fornire fino al 30% dell’elettricità europea entro il 2030, ma solo a patto che vengano innalzati gli obiettivi della nuova direttiva europea sulle energie rinnovabili. Il perché lo spiega WindEurope, l’associazione che rappresenta i produttori eolici nel Vecchio Continente.
In questi giorni WindEurope ha presentato due nuovi report in cui si indagano le prospettive del settore alla luce delle politiche comunitarie per il decennio 2021-2030. In questo lasso di tempo infatti i Ventotto dovranno giocare una partita importante. Sono chiamati a portar avanti la strategia di decarbonizzazione europea facendo convergere i propri sforzi sull’obiettivo dell’Accordo mondiale sul clima, il Paris Agreement. Questo significherà anche definire nuovi target per le fonti pulite che prendano il posto di quelli ormai in scadenza (e già ampiamente raggiunti) della direttiva 20-20-20.
Lo scenario di WindEurope al 2020
Proseguendo sull’attuale traiettoria energetica imboccata dagli Stati Membri, è certo che l’Europa farà del vento il suo asso nella manica. Secondo l’associazione, entro il 2020 l’UE dovrebbe raggiungere una capacità eolica istallata di 204 GW totali. Considerando che il settore ha chiuso lo scorso anno toccando i 160 GW eolici, significa che il comparto avanzerà ad un tasso medio di installazione di circa 12 GW l’anno, sotto la spinta degli impianti offshore e dei costi progressivamente più bassi.
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Per il 2020, le stime di WindEurope incoronano il vento come la fonte rinnovabili numero uno in Europa, sopra anche l’idroelettrico, grazie alla copertura del 16,5% della domanda elettrica comunitaria. L’altra faccia della medaglia? La crescita si sta concentrando in pochissimi mercati: Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio, paesi dove le aste stanno rendendo l’energia eolica l’opzione energetica più conveniente per nuovi progetti. “Situazione meno rosea rispetto alla media europea troviamo però in Italia dove, secondo lo studio, non verranno istallati più di 1,6 GW al 2020” spiega l’Anev spiegando che WindEurope assegna all’Italia un “policy outlook” al 2020 negativo, dovuto al ritardo nell’adozione della Sen (Strategia energetica nazionale) e del Decreto per le nuove aste.
Previsioni 2030: energia del vento al bivio
Cosa succederà dunque a partire dal 2021? La risposta è in gran parte legata alle sorti del pacchetto Energia pulita per tutti, che contiene la nuova direttiva rinnovabili. WindEurope immagina tre scenari, modellati sugli obiettivi verdi al 2030.
In quello più ottimista (favorevoli condizioni di mercato e obiettivo rinnovabili al 35%), il continente potrebbe raggiungere i 323 GW di capacità eolica cumulata, suddivisa in 253 GW di onshore e 70 GW di offshore. Con questa potenza si potrebbe produrre fino a 888 TWh l’anno, pari al 30% della domanda elettrica dell’UE. Ciò comporterebbe però, non solo la realizzazione di nuovi impianti, ma anche il repowering o revamping di quelli già esistenti, la cui vita si dovrebbe chiudere prima del 2030. In questo quadro futuro la Germania, la Francia e il Regno Unito avrebbero la capacità eolica installa più alta, rispettivamente con 85 GW, 43 GW e 38 GW.
Danimarca, Irlanda, Estonia e i Paesi Bassi sarebbero invece le nazioni capaci, sempre entro il 2030, di soddisfare con il vento il 50% dei loro consumi.
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