29,5 TWh contro 29,1 TWh: così l’elettricità rinnovabile britannica batte gas, carbone e petrolio
(Rinnovabili.it) – La National Grid, la compagnia che gestisce la rete di approvvigionamento britannico, lo aveva annunciato a giugno: nel Regno Unito, il 2019 sarà l’anno in cui l’elettricità rinnovabile supererà quella prodotta dai combustibili fossili. Un traguardo storico che il Paese è oggi pronto a festeggiare. Secondo i dati pubblicati da Carbon Brief, nel terzo trimestre di quest’anno il parco rinnovabile UK (eolico, fotovoltaico, biomassa e idroelettrico messi insieme) ha generato 29,5 TWh elettrici contro i 29,1 TWh forniti dalle fossili. E sebbene il distacco possa sembrare piccolo e il sorpasso solo momentaneo, l’evento va considerato una pietra miliare nel percorso di sviluppo energetico britannico. Solo 10 anni fa, infatti, carbone e gas avevano il dominio quasi assoluto del settore elettrico, fornendo un contributo 10 volte maggiore rispetto l’attuale.
Tuttavia, il repentino calo dei costi rinnovabili, unitamente ad un comparto eolico sempre più forte e potente, ha fatto la differenza. Al punto che negli ultimi cinque anni, la quantità di capacità rinnovabile è triplicata, raggiungendo nell’estate 2018 i 41,9 GW. Di contro le fonti fossili hanno perso terreno, tra impianti a fine vita e costi in aumento, diminuendo la capacità cumulata di un terzo, a 41,2 GW.
Il sorpasso produttivo era, dunque, solo questione di tempo. Le prime avvisaglie si erano registrate in primavera quando la National Grid aveva annunciato che il Regno Unito aveva concluso la sua prima settimana senza carbone dopo quasi 140 anni.
In questo sorpasso dell’elettricità rinnovabile, il ruolo da protagonista l’ha giocato l’eolico fornendo il 20% dell’elettricità impiegata da luglio a settembre. Alto anche il contributo della biomassa, con un 12% del mix mentre i pannelli solari hanno fornito il 6% dell’elettricità.
Per Kwasi Kwarteng, ministro per l’energia e la strategia industriale, il nuovo record verde rappresenta “l’ennesimo traguardo sulla strada verso la fine del nostro contributo ai cambiamenti climatici entro il 2050”. “Dal 1990 a oggi abbiamo ridotto le emissioni del 40% mentre l’economia cresceva di due terzi – ha aggiunto Kwarteng – Ora, con un numero ancora più alto di progetti eolici offshore in fase di sviluppo e a prezzi bassi da record, prevediamo di andare ancora più avanti e di farlo ancora più velocemente negli anni a venire”.
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