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Lo stato del DAPL blocca l’eolico per 2 anni per salvare il carbone

Lo stato del DAPL blocca l'eolico per 2 anni per salvare il carbone

 

(Rinnovabili.it) – Mentre i riflettori si accendono ancora una volta sulle proteste No DAPL e sulla repressione dei manifestanti da parte della polizia, il North Dakota cerca di approvare un’anacronistica moratoria di due anni sull’eolico per salvare il carbone. Il provvedimento porta la firma del senatore Dwight Cook e mira a frenare la rapida crescita dell’energia dal vento. Negli ultimi 10 anni sono stati installati circa 2GW di eolico, ma gli ultimi 10 mesi hanno visto un veloce balzo in avanti: ne è stato aggiunto in tutto 1GW in più.

Una crescita che ha interessato non solo il North Dakota ma tutti gli Usa, come ha confermato l’American Wind Energy Association poche settimane fa: l’eolico ha compiuto uno storico sorpasso sull’idroelettrico diventando la prima forma di energia rinnovabile della nazione. Grazie agli ingenti investimenti nelle infrastrutture elettriche e le risorse stanziate negli anni passati per i produttori, l’eolico statunitense ha chiuso il 2015 con il record mondiale di produzione: 190 milioni di MWh, più di qualsiasi altro Paese al mondo in quell’anno, anche di chi come la Cina aveva una capacità cumulata molto maggiore.

 

Ma il vento sembra essere decisamente cambiato dopo l’elezione di Trump, che durante la campagna elettorale non ha esitato a usare tra i suoi slogan “Trump digs coal”. Con un emendamento al Bill 2314 si impedisce al regolatore statale dell’energia, la Public Service Commission, di approvare qualsiasi nuova domanda per progetti di parchi eolici sul territorio statale. Secondo gli autori della proposta, l’industria dell’energia dal vento sarebbe stata “irregolarmente avvantaggiata” grazie ai sussidi federali, a discapito delle industrie nel settore delle fossili, carbone in testa. Va sottolineato che il programma di sussidi, il Production Tax Credit, è effettivamente dietro al boom dell’eolico ma verrà definitivamente portato a zero nel giro di pochi anni. Secondo dati EIA al 2014, il 75% dell’energia del North Dakota proviene da centrali a carbone.

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