L’associazione WindEurope lancia l’allarme: “I governi nazionali devono consentire il proseguimento dei processi produttivi essenziali, in particolare per la produzione di componenti critici delle turbine”
L’industria eolica europea rallenta: chiuse finora 18 fabbriche in Italia e Spagna
(Rinnovabili.it) – Il lockdown attuato dai diversi Stati membri in risposta alla crisi Covid-19 ha raggiunto anche l’industria eolica europea. Le misure di contenimento della pandemia stanno inevitabilmente frenando, e in molti casi bloccando, la catena di approvvigionamento di componenti critici.
In questi giorni gli esperti di settore hanno evidenziato come gli impatti sulla supply chain delle rinnovabili siano solo temporanei e non costituiscano il più grande nodo che il comparto dovrà sciogliere a lungo temine (leggi anche Emergenza coronavirus, la crisi economica colpirà l’energia pulita). Nonostante ciò la questione non può essere ignorata.
A puntare i riflettori sul problema è oggi WindEurope, l’associazione che rappresenta l’industria eolica europea. “I governi hanno giustamente preso provvedimenti per garantire che il funzionamento e la manutenzione dei parchi eolici continui in tutta Europa”, spiega il gruppo. “Accanto a questo, è fondamentale che l’industria eolica europea possa continuare a produrre attrezzature essenziali nelle sue fabbriche”.
Attualmente la maggior parte di fabbriche di turbine e componentistica sta continuando a lavorare, prendendosi solo delle sospensioni temporanee per rafforzare le misure sanitarie all’interno dei siti. Ma la situazione complessiva evolve di giorno in giorno e basta guardare i due Paesi UE oggi più colpiti dalla crisi Covid-19, per immaginare il futuro comunitario.
I 18 siti di produzione eolica chiusi sinora, si trovano tutti in Spagna e Italia. Nel BelPaese hanno “abbassato le saracinesche” la fabbrica di pale eTa di Fano, quella di di trasformatori Celme a Montebello Vicentino e il sito produttivo di cilindri e coni Promau a Cesena.
“L’industria sta organizzando la sua forza lavoro per proteggere salute e sicurezza, in molti casi riducendo significativamente il numero di lavoratori sul posto”, scrive WindEurope. “Ma i governi nazionali devono consentire il proseguimento dei processi produttivi essenziali, in particolare per la produzione di componenti senza i quali le catene di approvvigionamento globali di energia eolica si fermeranno”.
Il principio guida dovrebbe essere la dichiarazione emessa dai capi di governo UE, lo scorso 26 marzo: “l’UE (…) farà anche del suo meglio per rafforzare la sostenibilità delle catene di approvvigionamento adattandole, se necessario, e alleviando l’impatto socio-economico negativo”.
Leggi anche Covid-19, quale effetto sui progetti solari ed eolici 2020?