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La crescita dell’eolico europeo si sta concentrando in pochi mercati

L'Europa ha aggiunto 6,1 GW di capacità eolica alla rete nella prima metà del 2017. Ma la maggior parte del lavoro lo ha fatto la Germania

eolico europeo

 

I primi sei mesi 2017 dell’eolico europeo

(Rinnovabili.it) – Il vento piace ancora agli europei. Nella prima meta del 2017, la nuova capacità eolica aggiunta alla rete ha mostrato che l’Unione Europea ha ancora qualcosa da dire quando si tratta di rinnovabili non programmabili. Secondo i dati pubblicati oggi da WindEurope, la voce dell’industria del vento nel vecchio Continente, l’eolico europeo ha installato circa 6,1 GW di nuova potenza nei primi sei mesi dell’anno. Un ottimo risultato per un mercato maturo che sta rapidamente abbandonando i generosi incentivi dei FiT per approdare alle aste competitive. Ma osservando bene i dati ci si accorge che la crescita è completamente disomogenea.

 

Del totale istallato circa 4,8 GW appartengono a progetti di eolico a terra. La maggior parte è concentrata però nelle mani di pochi Paesi: c’è la Germania con i suoi nuovi 2,2 GW, il Regno Unito (1,2 GW) e la Francia (492 MW). Anche l’Italia ha aumentato il numero delle installazioni, ma con appena 187 risulta ben lontana dal podio eolico.

 

>>Leggi anche: Eolico offshore senza incentivi per la prima asta della Germania<<

 

I gigawatt rimasti (1,3) appartengo all’eolico in mare. Per la precisione a 18 progetti, anche in questo caso geograficamente molto concentrati (Germania, Regno Unito, Belgio e Finlandia). Il direttore  di WindEurope, Pierre Tardieu, intravede in questi numeri un trend positivo ma allo stesso tempo preoccupante: “Siamo sulla strada giusta per avere un buon anno negli  impianti eolici, ma la crescita è guidata da una manciata di mercati. Almeno dieci paesi dell’Unione Europea non hanno ancora installato un singolo MW quest’anno. Nell’eolico onshore, la fine del sistema di obbligazioni rinnovabili del Regno Unito porterà ad una concentrazione di mercato ancora maggiore in Germania, Spagna e Francia. Sull’offshore, il livello di attività finanziaria continua ad essere una preoccupazione. Anche se questo non significherà necessariamente minori istallazioni nei prossimi anni, l’industria ha bisogno di chiarezza sui volumi per il periodo post-2020 per mantenere l’attuale trend di riduzione dei costi “.

PaeseOnshore (MW)Offshore (MW)
Austria106.8
BelarusN/A
Belgio105165
Bulgaria0
Croazia20.7
Cipro0
Repubblica Ceca0
Danimarca59.9
Estonia0
Isole Fær Øer0
Finlandia5021
Francia492.35
FYROMN/A
Germania2280.7641
Grecia46
Ungheria0
Islanda0
Irlanda159
Italia187
Lettonia0
LiechtensteinN/A
Lituania0
LussemburgoN/A
MaltaN/A
Paesi Bassi88
NorvegiaN/A
Polonia5.82
Portogallo0
Romania0
RussiaN/A
SerbiaN/A
Slovacchia0
Slovenia0
Spagna0
Svezia23.1
Svizzera0
Turchia377.85
Regno Unito1151518
Ucraina0
Totale51531344
Totale EU47751344

 

Per quanto concerne gli investimenti, nel primo semestre dell’anno sono stati sborsati circa 8,3 miliardi di euro per l’eolico europeo: 5,4 miliardi nell’onshore e 2,9 miliardi nell’offshore, quest’ultimo in calo rispetto alla cifra record di € 14 miliardi segnata nello stesso periodo del 2016. E ancora una la tendenza alla concentrazione del mercato risulta più che evidente, dal momento che  la Germania da sola ha investito oltre la metà degli 8,3 miliardi di euro.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.