La crisi economica e l’interruzione nei mercati derivanti dall’attuale situazione sanitaria avrà serie ripercussioni anche sull'energia del vento. A rischio l’interruzione delle catene di fornitura internazionali, a cui si sommano seri ostacoli normativi
Il settore eolico subirà nel corso del 2020 un rallentamento generale nella maggior parte dei mercati.
(Rinnovabili.it) – La crisi sanitaria avrà un inevitabilmente e consistente impatto sull’intera economia globale. A pagarne il prezzo sarà, anche, il settore delle rinnovabili, compreso quello dell’eolico.
L’allarme è stato lanciato pochi giorni fa in occasione del Wind power markets around the world, webinar organizzato da WWEA ( World Wind Energy Association) al quale, insieme agli altri esperti provenienti da Australia, Brasile, Cina, Germania, India, Giappone, Repubblica di Corea, Maghreb e Mena, Nord America, Pakistan, Russia, Turchia e Ucraina, ha partecipato per l’Italia il Segretario Generale dell’ANEV, Davide Astiaso Garcia.
Concordi circa i danni al settore, i relatori sono giunti alla medesima conclusione: “l’attuale crisi sanitaria avrà un impatto globale sullo sviluppo del mercato nel 2020, cosicché l’industria eolica mondiale subirà un rallentamento generale della maggior parte dei mercati”.
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Secondo l’analisi degli esperti, a gravare sul settore dell’eolico sarebbero in particolare l’interruzione delle catene di fornitura internazionali e gli ostacoli normativi più volte riscontrati a livello nazionale. Per quanto riguarda l’Italia, l’attuale emergenza sanitaria porterà ad un rallentamento delle nuove installazioni a causa del blocco attuato per le attività e per il rifornimento delle componentistica, ma anche per il blocco delle attività amministrative e istituzionali in corso.
“Per questo motivo – spiegano dall’Anev – è assolutamente necessario che il Governo nazionale intraprenda iniziative a tutela e salvaguardia delle progetti in essere, garantendo da un lato il mantenimento in vita delle autorizzazioni e di tutti gli atti in esse compresi per evitarne il decadimento (che metterebbe a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi nazionali), e dall’altro di recuperare i contingenti non assegnati nelle procedure competitive del GSE in procedure successive a quelle attuali”.
Fondamentale sarà infatti recuperare quanto perso e, al contempo, non vanificare quanto ottenuto a livello globale nel corso del 2019, cioè il secondo anno in termini di mercato dell’eolico grazie ad un tasso di crescita del 10,1 %, superiore al 9,3 % dell’anno precedente, ma inferiore a quello del 2016 e del 2017.
Nel complesso, il 2019 s’è chiuso piuttosto bene, pur ovviamente con qualche significativa differenza: se Cina e USA in particolare hanno mostrato una forte crescita, i mercati europei ha risentito infatti delle politiche insufficienti e del conseguente calo nelle istallazioni.
In ogni caso, secondo le stime WWEA, l’installato al 2019 potrebbe ad oggi coprire oltre il 6% della domanda globale di energia elettrica. Si può e si deve fare di meglio.
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