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Costo livellato dell’energia, accumulo e idrogeno: cosa sta cambiando

I costi delle tecnologie rinnovabili continuano a diminuire a livello globale, anche se a un ritmo rallentato, mentre nuove preoccupazioni nei mercati delle materie prime dell'energy storage

Costo livellato dell'energia
Foto di Boke9a da Pixabay

 Tre report sul costo livellato dell’energia green

(Rinnovabili.it) – La banca d’affari Lazard ha pubblicato in questi giorni i suoi nuovi approfondimenti annuali sul costo livellato dell’energia. Tre report dedicati rispettivamente ai costi della generazione elettrica rinnovabile (LCOE), dell’accumulo energetico (LCOS) e della produzione di idrogeno (LCOH).

Il lavoro nasce con l’obiettivo di monitorare la competitività di alcune tecnologie confrontandole con la generazione energetica “convenzionale “, ossia carbone, nucleare e gas a ciclo combinato. “I nostri tre studi insieme documentano la continua accelerazione della transizione energetica”, ha affermato George Bilicic, vicepresidente e capo del gruppo Power, Energy & Infrastructure di Lazard. “Oggi ci mostrano come la transizione non è dominata da nessuna soluzione in particolare; predomina invece il nuovo approccio ‘tutto quanto insieme’, che include energia rinnovabile, stoccaggio, idrogeno e altre soluzioni. Sarà questa la chiave per effettuare il passaggio permanente a maggiore efficienza energetica e sostenibilità”.

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LCOE di eolico e fotovoltaico

Il rapporto sul costo livellato dell’energia rinnovabile mostra il continuo calo dell’LCOE di eolico e fotovoltaico a livello mondiale, nonostante alcune differenze a livello regionale. Una spirale discendente che tuttavia ha rallentato il ritmo nell’ultimo periodo a causa delle riduzioni dei costi di capitale e un aumento della concorrenza. Nel complesso il comparto registra importanti miglioramenti in termini di scala e tecnologia. 

In un confronto base – vale a dire senza tenere conto dei sussidi, dei costi del carburante o del prezzo della CO2 – il fotovoltaico su scala utility è quello che registra la riduzione più rapida con un LCOE medio che parte da un minimo di 28-37 dollari il MWh (film sottile) ad un massimo di 30-41 dollari/MWh (silicio cristallino). Ma il record di convenienza spetta ancora una volta all’eolico a terra con un LCOE con un minimo di 26 dollari/MWh.

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Credits: Lazard

Quando sono aggiunti sussidi governativi (il rapporto include quelli statunitensi), il costo dell’eolico onshore e del solare su larga scala continua a essere competitivo con il costo marginale della generazione di carbone, nucleare e gas a ciclo combinato. Con valori di media di 27 $/MWh per fotovoltaico e 25 $/MWh per eolico, 42 $/MWh per il carbone, 29 $/MWh per il nucleare e 24 $/MWh per il gas.

Il costo livellato dell’accumulo

Il rapporto sull’LCOS mostra come la preferenza del settore si stia spostando sempre più verso la tecnologia al litio-ferro-fosfato (“LFP”), soluzione meno costosa delle concorrenti agli ioni di litio (soprattutto nelle applicazioni di breve durata) e dotata di  prestazioni termiche più favorevoli, nonostante la minore densità energetica volumetrica.

In questo campo, l’inflazione dei costi a monte (dovuta, tra le altre cose, ai vincoli di offerta nei mercati delle materie prime e nelle attività manifatturiere) sta mettendo sotto pressione i costi di capitale dell’energy storage. Nel frattempo le applicazioni ibride stanno diventando sempre più preziose e diffuse man mano che gli operatori di rete iniziano ad adottare metodologie di Estimated Load Carry Capability (“ELCC”) per valutare le risorse.

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Credits: Lazard