Gli esperti prevedono riduzioni del 17%-35% del costo livellato dell'energia eolica entro il 2035 e tagli del 37%-49% entro il 2050 per installazioni a terra, offshore a base fissa e galleggiante, rispetto ai valori di riferimento del 2019
I nuovi trend nei costi dell’energia eolica mondiale
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi cinque anni i costi dell’energia eolica hanno registrato una riduzione accelerata, superando ogni vecchia previsione sul tema. E, per chi è del settore, il trend non si esaurirà a breve. Grazie ai progressi tecnologici e commerciali, l’LCOE eolico – ossia il costo livellato della produzione elettrica per un impianto nel corso della sua vita utile – si ridurrà ulteriormente.
A raccogliere i pronostici dei maggiori esperti sul tema è oggi il sondaggio condotto dal Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), braccio scientifico del Dipartimento statunitense dell’Energia. Il laboratorio ha messo assieme le opinioni di 140 professionisti su tre applicazioni: eolico onshore (a terra), eolico offshore (in mare) a fondo fisso ed eolico offshore galleggiante. Il primo elemento emerso? La forte discrepanza con le previsioni elaborate nel 2015. I costi dell’energia eolica sono, infatti, diminuiti ad una velocità ritenuta allora impossibile, anche nello scenario più ottimista.
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“La diffusione dell’eolico si è espansa rapidamente e la tecnologia è ora tra i mezzi a basso costo per la fornitura di elettricità e la decarbonizzazione del settore energetico in molte regioni”, scrivono gli scienziati del Berkeley Lab su Nature Energy (testo in inglese). “Alla base di questi sviluppi ci sono l’innovazione tecnologica e la maturazione del settore (ad esempio, le dimensioni delle turbine, l’industrializzazione, la mitigazione del rischio, la concorrenza dei fornitori); gli incentivi competitivi (ad esempio, l’introduzione di aste per) e altri fattori (come i prezzi dell’acciaio e tassi di interesse sul debito)”. I primi tagli dell’LCOE hanno riguardato l’eolico onshore, ma la maturazione del settore ha impresso un’accelerazione anche per i progetti in mare.
Cosa accadrà all’LCOE eolico?
I risultati del sondaggio hanno permesso di elaborare uno scenario mediano tra le previsioni più contenute e quelle più ottimiste. Questo prevede riduzioni del 17%-35% dei costi dell’energia eolica entro il 2035 e tagli del 37%-49% entro il 2050. Nel complesso vi sono maggiori cali assoluti (e maggiore incertezza) nel costo livellato dell’energia eolica offshore rispetto a quella onshore. Si riduce, invece, il divario tra impianti a fondamenta fissa e turbine galleggianti.
Esistono cinque fattori chiave che influenzano l’LCOE: costo del capitale iniziale, costi operativi correnti, fattore di capacità, durata del progetto e costo del finanziamento. Gli esperti prevedono continui miglioramenti in tutte le dimensioni, con un contributo relativo che varia in base alla specifica applicazione. “Le previsioni che considerano solo i miglioramenti nel costo del capitale coglieranno […] nella migliore delle ipotesi, circa il 45% della potenziale riduzione dei costi”, spiegano gli scienziati del Berkeley Lab.
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Un elemento chiave per i futuri miglioramenti è la dimensione delle turbine. Per l’eolico a terra, si prevede una crescita non solo delle potenze dei generatori (dai 2,5 MW di media del 2019 ai 5,5 MW del 2035) ma anche dei diametri dei rotori e delle altezze dei mozzi. Le turbine offshore diventeranno ancora più grandi, fino a 17 MW in media nel 2035, rispetto ai 6 MW nel 2019. Gli esperti prevedono inoltre che l’eolico galleggiante guadagni quote di mercato, arrivando a rappresentare fino al 25% di nuovi progetti eolici offshore entro il 2035.