Le rinnovabili finiscono sotto la lente della Corte dei Conti europea
(Rinnovabili.it) – La produzione elettrica da fonti rinnovabili sta aumentando in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Ben 11 Paesi sono oggi sopra l’obiettivo 2020 e, per alcuni di loro, anche quello proposto per il 2030 potrebbe essere già sorpassato. Le due vere star del settore, soprattutto per velocità di crescita, sono eolico e fotovoltaico: le quote nel mix elettrico verde hanno raggiunto, rispettivamente il 31,8% e l’11,6% (dati Eurostat per il 2016). Ma è anche vero che dopo un primo periodo di sostegno quasi indiscriminato, il mercato delle rinnovabili ha subito profondi rimaneggiamenti. Oggi la nuova capacità eolica e solare ha una distribuzione disomogenea, che potrebbe accentuare ancora più le differenze fra Stati nel futuro prossimo.
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La domanda che sorge spontanea è: stiamo sostenendo nella maniera giusta le due fonti rinnovabili? A chiederselo è anche la Corte dei Conti UE che oggi ha annunciato un’inchiesta per valutare l’efficacia del sostegno europeo all’elettricità prodotta dal sole e vento. Per i revisori europei, eolico e fotovoltaico “sono sul punto di diventare le due forme più economiche di produzione elettrica”.
Nella pratica questo significherà l’avvio di una valutazione puntuale su progettazione, attuazione e monitoraggio delle strategie dell’Unione e dei Ventotto, dal 2009 a oggi. L’indagine prevede anche la visita diretta di quattro Stati membri – Germania, Grecia, Spagna e Polonia – per raccogliere dati, al fine di pubblicare una relazione all’inizio del prossimo anno.
“L’eolico e il fotovoltaico sono le due fonti rinnovabili di produzione elettrica che si sono sviluppate più dinamicamente negli ultimi dieci anni”, ha commentato George Pufan, membro della Corte dei Conti europea, responsabile dell’audit. “Svolgono un ruolo fondamentale nel nostro mix energetico ed è molto importante capire se strategia e supporto nei loro confronti sono efficaci”.
L’inchiesta si inserisce in un momento particolare per le rinnovabili europee. Europarlamento e Consiglio devono infatti trovare un accordo su quello che sarà il futuro del settore, pronunciandosi su due dei provvedimenti del nuovo Pacchetto Energia pulita per tutti: la Direttiva sulla Governance dell’Energy Union e la Direttiva REDii. Uno dei principali elementi di scontro è un numero, quello che esprime la percentuale di energia rinnovabile nei consumi finali lordi del 2030. Strasburgo preme perché quel numero sia un 35% (leggi anche Target rinnovabili 2030 ed efficienza: Strasburgo ha deciso), i ministri dei Ventotto si accontentano di un 27%. E in entrambi i casi, le potenzialità europee sono decisamente sottostimate.