Rinnovabili • consumi idrici energia

100% di fv ed eolico significa -95% di consumi idrici per l’energia

Un nuovo studio spiega come un sistema elettrico globale basato solo su fonti rinnovabili sarebbe non solo più economico e pulito ma contribuirebbe anche a ridurre il consumo d’acqua del comparto energetico

consumi idrici energia
Foto di Ben Kerckx da Pixabay

 

Valutati i consumi idrici di oltre 13 centrali termoelettriche nel modo e i fiumi maggiormente sotto stress per i prelievi d’acqua

(Rinnovabili.it) – Le tecnologie di produzione elettrica attualmente utilizzate dipendono in larga misura dalla disponibilità d’acqua. In particolare, le centrali alimentate a carbone, gas, petrolio e gli impianti nucleari registrano alti consumi idrici a causa dei dei processi di raffreddamento. E a sua volta, il prelievo e la distribuzione dell’acqua richiede altra elettricità.

Questo nesso tra acqua ed energia fa nascere serie preoccupazioni negli sforzi globali verso il raggiungimento della sicurezza energetica ed idrica, ponendo i due obiettivi quasi in antitesi. Non si deve però trattare per forza di una competizione: il settore elettrico può crescere mantenendo bassi i suoi consumi idrici. A sostenerlo è un team di ricerca dell’Università di Lappeenranta in Finlandia, guidato da Christian Breyer. In un recente articolo scientifico pubblicato su Nature Energy (testo in inglese), il gruppo spiega perché un sistema alimentato al 100 per cento da energie rinnovabili porterebbe una drastica riduzione della domanda d’acqua nel settore. “La transizione energetica verso la generazione di elettricità rinnovabile porta a sistemi basati principalmente sul fotovoltaico e sull’eolico, sostituendo così le centrali termoelettriche esistenti. Ciò riduce drasticamente la domanda di acqua per il raffreddamento del termoelettrico che ha un forte impatto sul prelievo dai fiumi”, spiega Breyer.

 

>>Leggi anche Energia rinnovabile: così le fer risparmieranno miliardi di litri d’acqua ogni anno<<

 

Lo studio ha preso in esame 13.863 centrali fossili sopra i 50 MW di potenza unitaria – che corrispondono al 95,8 per cento della flotta globale termoelettrica – valutando la posizione esatta e la tecnologia di raffreddamento tramite anche l’utilizzo di immagini satellitari. Successivamente, gli impianti sono stati collegati a corpi idrici utilizzando il metodo dell’analisi GIS (Geographic Information System) e stimando per ognuno la rispettiva water footprint. “Il nostro lavoro presenta un’analisi di impatto su 354 grandi fiumi a livello globale condotta con un’elevata risoluzione temporale e spaziale”, afferma Alena Lohrmann, ricercatrice presso l’ateneo finlandese e prima autrice dell’articolo. “Questo studio dei fiumi è di grande rilevanza poiché le centrali termoelettriche colpiscono principalmente gli ecosistemi acquatici locali a causa dell’inquinamento termico e dell’aumento degli scarichi”.

 

Secondo Breyer e colleghi, il fotovoltaico ha bisogno tra il 2 per cento e il 15 per cento dell’acqua utilizzata dal carbone e dalle centrali nucleari per produrre solo 1 MWh, mentre per l’eolico questa percentuale varia dallo 0,1 per cento al 14 per cento. I risultati mostrano che la transizione verso un sistema elettrico rinnovabile al 100 per cento potrebbe potenzialmente ridurre i consumi idrici globali del settore energetico fino al 97,7 per cento.

I ricercatori hanno anche identificato i fiumi nel mondo che sono maggiormente colpiti dal prelievo idrico indicando per ognuno di loro come ridurre o mitigare lo stress entro il 2050.

 

>>leggi anche Presto mancherà l’acqua per produrre energia da fossili e nucleare<<