In Italia ci sono oltre 191 GW di richieste di connessioni alla rete da impianti eolici
L’ultima revisione della RED ha affrontato uno dei fattori che frenano lo sviluppo dell’eolico in Europa accelerando e semplificando l’iter autorizzativo per i nuovi impianti. Ma non è l’unico collo di bottiglia: la questione delle connessioni alla rete è un punto critico altrettanto ostico. L’Italia, con 191 GW, è il paese con la coda di richieste di connessioni più lunga, seguita da Gran Bretagna (145 GW) e Germania (70 GW). Il totale del continente arriva a più di 500 GW eolici potenziali, e congelati. Eppure, su questo fronte esistono delle misure che si potrebbero adottare immediatamente.
“L’accesso alla rete è la nuova autorizzazione: il collo di bottiglia numero uno per l’accumulo di energia eolica”, sottolinea Giles Dickson, CEO di WindEurope, che di recente ha pubblicato un rapporto in cui evidenzia le aree prioritarie di intervento per velocizzare le connessioni alla rete per gli impianti eolici.
“Il sistema è intasato e blocca centinaia di gigawatt di parchi eolici. Ciò significa minore sicurezza energetica e prezzi dell’energia più elevati. Alcune riforme richiederanno tempo, come ad esempio una pianificazione anticipata. Ma alcune cose possono essere migliorate immediatamente, in particolare una migliore gestione delle code di connessione alla rete”, aggiunge.
Connessioni alla rete, le priorità per l’eolico secondo WindEurope
Nel rapporto, l’associazione dell’eolico europeo analizza le ragioni di questa pipeline da oltre 500 GW e identifica alcuni punti chiave su cui agire per sbloccare il potenziale dell’energia dal vento. Misure essenziali, si sottolinea, per centrare gli obiettivi fissati dall’UE: passare dai 220 GW di oggi a 425 GW nel 2030 e a 1.300 GW nel 2050. Ovvero, un incremento del 93% in appena 6 anni e mezzo.
Interesse pubblico prevalente per l’espansione della rete
La prima leva da usare per potenziare le connessioni alla rete – con benefici per l’eolico così come per il fotovoltaico – è quella dell’interesse pubblico prevalente. Applicare questo principio permetterebbe di accelerare l’espansione della rete e quindi ridurne la saturazione. Lo ha fatto la Germania con ottimi risultati, puntualizza WindEurope.
Stop al principio “first come, first served”
Aggiungere capacità alla rete deve andare di pari passo con una pianificazione armonica dello sviluppo delle rinnovabili. Come? Oggi la maggior parte dei paesi europei non usa criteri per filtrare in alcun modo le richieste di connessione alla rete. Il che porta a una pipeline popolata da progetti immaturi, a volte speculativi. I quali rallentano i progetti più solidi, oltre a sovraccaricare il lavoro amministrativo.
Nuovi criteri per sfoltire la lista d’attesa
WindEurope suggerisce di introdurre sia criteri di filtraggio sia criteri di priorità. I primi impongono criteri di ingresso più rigorosi nelle liste di attesa, la presenza di impegni finanziari adeguati per riservare la capacità di rete assegnata, controlli regolari sulle tempistiche di realizzazione dei progetti. È una via che hanno iniziato a intraprendere paesi come Francia, Norvegia, Spagna e Gran Bretagna.
I criteri di priorità dovrebbero focalizzarsi sui progetti che co-localizzano diverse tecnologie di generazione e/o stoccaggio, o progetti con funzionalità avanzate di supporto della rete. In questo modo si otterrebbe un utilizzo più efficiente delle connessioni alla rete. E sarebbe un incentivo per spingere gli operatori a sfruttare la natura complementare di eolico e solare. Massimizzando così l’uso della capacità di rete disponibile.