(Rinnovabili.it) – Dopo oltre due anni di crescita incontrollata, la Cina mette mano ai suoi generosi incentivi per eolico e fotovoltaico. La Commissione cinese per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC) – il dipartimento che elabora i piani per lo sviluppo economico e sociale del Paese – ha annunciato ieri le nuove tariffe per gli impianti rinnovabili su larga scala in vigore dal prossimo anno. Tariffe riviste sensibilmente al ribasso ma che mantengono per gli investitori un discreto appeal.
L’obiettivo della Repubblica popolare è quello di riadattare i FiT nazionali alle nuove condizioni di mercato, che vedono i costi tecnologici e di produzione notevolmente più bassi rispetto all’anno in cui gli incentivi furono lanciati. Secondo il documento pubblicato sul sito web della NDRC, i primi a subire un rimaneggiamento saranno gli incentivi al solare: il settore già a partire dal 2017 vedrà ridurre le tariffe del 19%. Più mite il taglio all’eolico, un meno 15% che entrerà in vigore solo nel 2018.
La razionalizzazione della spesa permetterà al Governo di risparmiare oltre 850 milioni di dollari l’anno. Ma soprattutto metterà ordine alla crescita convulsa che ha investito la Nazione. Solo nel 2015 la Cina ha installato la metà della nuova capacità eolica globale, superando l’Unione europea e diventando il primo Paese per installazioni al mondo. Secondo quanto riportato dal Global Wind Energy Council (GWEC), dei 60 GW di eolico lo scorso anno, 30,5 erano cinesi.
Discorso non troppo dissimile per il fotovoltaico: nel 2015 la National Energy Administration (NEA) ha annunciato il raggiungimento di 18,6 GW solari. Peccato che le lungaggini burocratiche unitamente ad una rete incapace di assorbire una potenza così importante e distribuirla dove necessario, lascia oggi dietro di sé una fila di impianti fantasma. Quest’anno il Governo si è mosso per risolvere il problema ordinando alle società di trasmissione e distribuzione elettrica di fornire la connettività mancante. Ma con alta probabilità, i nuovi tagli porteranno ad un nuovo boom di nuovi progetti prima che le misure entrino davvero in vigore e soprattutto prima che la rete sia pronta ad accoglierli.