La Cina disattiva le turbine per il 15% del tempo perché in oversupply, mentre le centrali a carbone mantengono la priorità per l'accesso alla rete
(Rinnovabili.it) – A dispetto della lunga serie di record sull’eolico, la politica energetica della Cina è “insostenibile”. Il giudizio più che mai tagliente sul colosso asiatico arriva direttamente dall’AIE, l’Agenzia internazionale per l’energia. Un falso progresso, insomma: tutti i vantaggi potenziali che derivano dall’aumento nelle energie rinnovabili, che Pechino si affanna a sbandierare, sono in realtà vanificati dai corposi investimenti sul carbone.
La Cina ha installato in media due nuove turbine eoliche ogni ora nell’ultimo anno, numeri che rendono quello di Pechino il più grande programma al mondo, di dimensioni doppie rispetto agli Stati Uniti che seguono al secondo posto di questa speciale classifica. In teoria l’intero aumento del fabbisogno energetico cinese del 2015 è stato ampiamente coperto dall’eolico. Ma in pratica le cose stanno diversamente, spiega l’AIE. Il problema è l’over-supply: la Cina ha costruito nello stesso periodo così tante centrali a carbone che di fatto disattiva le turbine per il 15% del tempo. E l’energia generata da queste centrali mantiene priorità di accesso alla rete.
“Nella provincia di Gansu – spiega l’AIE – il 39% dell’energia eolica è stata sprecata perché la rete nazionale non ha sufficiente capacità”. Per avere un termine di paragone, in Europa ogni anno le pale vengono fermate soltanto per l’1-2% del tempo. “La posizione della Cina è chiaramente insostenibile – conclude l’AIE – Avrà bisogno di politiche coraggiose, tra cui il rafforzamento della rete e un piano di phase out per le centrali a carbone vecchie e inefficienti”. A maggior ragione ciò dovrà avvenire affinché Pechino onori l’impegno preso con la recente ratifica dell’accordo sul clima. Secondo stime dell’AIE, dovrà però anche triplicare gli investimenti nelle tecnologie per le energie rinnovabili.
Un passo difficile da compiere. “La Cina ha una bolla del carbone – ricorda il ramo locale di Greenpeace – Genera già più energia dal carbone di quanto le serva, eppure continua a costruire una nuova centrale a settimana”. La transizione quindi si annuncia complicata. E intanto vanno sprecate ingenti risorse che potrebbero essere convogliate sulle rinnovabili.