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Cresce la capacità eolica nel mondo, verso i 2,38 TW

Secondo Wood Mackenzie, l’aumento dell’attività nei mercati occidentali e in Africa incrementerà il tasso di crescita decennali, ma "quest’anno e il prossimo saranno più impegnativi"

capacità eolica nel mondo
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I dati sulla capacità eolica nel mondo

(Rinnovabili.it) – La capacità eolica nel mondo potrebbe raggiungere i 2,38 TW installati complessivamente entro la fine del 2032. Le previsioni appartengono all’ultimo rapporto di Wood Mackenzie, il “Global wind power market outlook update: Q3 2023” che indaga sui trend di crescita globale. E nonostante si tratti di buoni numeri – il documento prevede un CAGR  del 10,1% – la società mette in guardia il comparto: nel breve termine l’eolico globale dovrà affrontare diverse sfide. Sfide che hanno portato ad una rivisitazione al ribasso della crescita 2023-2025, dai cui pronostici Wood Mackenzie toglie almeno 10 GW di nuova capacità.

“C’è un’attività incoraggiante nei mercati occidentali del Nord America, del Sud America e dell’Europa”, ha affermato Luke Lewandowski, vicepresidente, ricerca globale sulle energie rinnovabili presso Wood Mackenzie “Stiamo anche monitorando l’avanzamento dei megaprogetti in Africa che stanno guidando la crescita. Tutto ciò contribuirà a compensare alcune delle sfide a breve termine nel mercato offshore globale”.

Nel dettaglio il report prevede per l’Europa il raggiungimento di una capacità eolica cumulata di 561GW entro il 2032. 340 GW per il Nord America la cifra straordinaria di 1.080 GW per la sola Cina. Ma il CAGR più elevato alla regione Medio Oriente-Africa con un tasso di crescita del 24,1%. Tuttavia se sul lungo termine il futuro appare roseo, nel breve si concentrano le maggiori sfide. “Quest’anno e il prossimo saranno più impegnativi di quanto previsto all’inizio dell’anno“, sebbene “le tendenze a lungo termine sono ancora molto positive per la crescita della capacità cumulativa in tutte le regioni”, ha affermato Lewandowski.

I problemi europei

Ed è proprio il Vecchio Continente a mostrare la complessità del periodo. Nonostante la nuova spinta verso le rinnovabili data dalla nuova direttiva europea RED III e dall’aggiornamento dei PNIEC, il settore eolico – offshore in primis – sta incontrando grossi problemi a livello di mercato, di industria e di norme. Colpa di quella che si potrebbe definire una “tempesta perfetta”. Tra ritardi nella catena di approvvigionamento, difetti di progettazione, costi più elevati e iter autorizzativi complessi,  decine di progetti rischiano oggi di non essere completati in tempo per rispettare gli obiettivi UE. Con un effetto anche sulla capacità eolica nel mondo.

È indubbio che i problemi nella supply chain innescati dai blocchi durante la pandemia ed esacerbati con lo scoppio della guerra in Ucraina, abbiano auto effetti a cascata su settore. Oggi gli sviluppatori eolici si devono confrontare con costi delle materie prime più alti, tassi di interesse più elevati e tariffe di spedizione più care. Cosa accade, dunque, se il mercato in cui si muovono non offre loro garanzie?

Il flop nell’ultima asta britannica ne è un chiaro esempio. Il prezzo d’esercizio troppo basso fissato dal Governo UK ha fatto andare completamente deserta la gara per l’eolico marino. A ciò si unisce una serie di problemi tecnici, come quelli che hanno coinvolto Siemens Gamesa nei mesi passati e per la cui risoluzione l’azienda ha stimato ci vorranno 1,6 miliardi di euro.