(Rinnovabili.it)- La Campania deve presentare il nuovo PEAR, ovvero il Programma Energetico Ambientale Regionale con cui il territorio definirà i propri obiettivi di sviluppo delle rinnovabili. In attesa che il documento sia pronto però, tira il freno sull‘eolico. O per dirla con le parole del consigliere Alfonso Piscitelli contro “l’aggressione delle pale eoliche”.
Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità una mozione, presentata dal consigliere M5S Vincenzo Viglione, con cui si chiede alla Giunta di “attivarsi attivarsi per la redazione e l’approvazione di un Piano energetico regionale e a far sì che i procedimenti autorizzativi in corso siano compatibili con i contenuti del provvedimento”. Questo significa anche dover sopspendere le procedure di autorizzazione degli impianti eolici fintanto che non sarà pronto il PEAR. “Abbiamo il dovere di tutelare i nostri territori, di preservare la salute degli abitanti e di dare opportunità di sviluppo a chi opera nei settori dell’agricoltura e del turismo e far cessare il business dei grandi gruppi che stanno aggredendo la Campania e dietro ai quali spesso di annida la criminalità” – ha spiegato Viglione, introducendo la mozione all’esame dell’Aula.
Si tratta però spiega oggi l’ANEV, di una proposta che, qualora dovesse trasposta in Legge Regionale risulterebbe certamente lesiva dei diritti degli operatori eolici. E ciò essenzialmente per due motivi: perché andrebbe a sospendere anche le procedure già in corso per progetti portati avanti da aziende che già investito capitali; in secondo luogo perché prevede l’impegno della Giunta Regionale di vigilare sulla corresponsione delle royalty da parte delle aziende produttrici di energia eolica ai Comuni dove ricade il parco eolico, nonostante siano ritenute giuridicamente illegittime.
“Recente è la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (sentenza 23 /2016) – spiega l’Anev in una nota stampa – con la quale è stato rigettato l’appello proposto da un Comune contro la sentenza del Trap Piemonte (sentenza 2120/13) che lo aveva condannato a restituire le somme già versate da una impresa idroelettrica. Si tratta di una decisione rilevante anche per il settore eolico. Il TSAP ha definitivamente statuito la nullità delle convenzioni e delle clausole che prevedono la corresponsione di royalties a favore dei Comuni, dichiarate prestazioni patrimoniali “prive di causa”, diverse da quelle sole e tassative ammesse per legge (quali l’ICI, o, nel caso degli impianti idroelettrici, i canoni e sovracanoni per l’uso delle acque), distorsive della concorrenza, lesive della libertà di impresa e in contrasto con la disciplina comunitaria”.