Il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano hanno consumi di rinnovabili che sono oggi il doppio di quelli imposti per il 2020
(Rinnovabili.it) – Undici regioni italiane hanno superato i loro target energetici verdi di fine decennio già nel 2015. Sono risultati soddisfacenti quelli che emergono dal rapporto “Monitoraggio statistico degli obiettivi nazionali e regionali sulle fonti rinnovabili di energia. Anni 2012-2015”. Il documento, pubblicato stamane dal GSE, fa le pulci ai progressi raggiunti rispetto a quanto disciplinato del celebre decreto Burden sharing, il provvedimento del 2012 con cui l’Italia ha ripartito fra le Regioni e le provincie autonome l’obiettivo nazionale di rinnovabili sul consumo finale lordo di energia (17%) e quello nei trasporti.
E a cinque anni dall’entrata in vigore del decreto, ci si può ritenere sommariamente soddisfatti.
Nello specifico il report presenta i dati statistici ufficiali sui consumi finali lordi di energia, complessivi e da fonti rinnovabili, rilevati nei territori italiani dal 2012 al 2015. Come mostra il documento del GSE, quasi tutte le regioni hanno superato le previsioni di consumo di energia pulita, ad eccezione della Liguria e della Sicilia. Inoltre in più della metà delle regioni i valori rilevati risultano superiori anche alle previsioni al 2020.
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Chi sta facendo meglio di tutti? Il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano grazie a consumi di rinnovabili che sono oggi il doppio di quelli che dovrebbero essere a fine decennio (rispettivamente 1.878 ktep contro 1.274 ktep e 822 ktep contro 482 ktep). Complessivamente per i consumi finali lordi totali – che comprendono anche la fonte fossile – si è verificato il fenomeno opposto rispetto: nel 2015 essi risultavano infatti significativamente inferiori (dell’8% circa) ai valori previsti dal D.M. burden sharing per il 2016, sia a livello nazionale che nella maggior parte dei territori italiani.
“Fatte salve le caratteristiche e le condizioni specifiche delle singole regioni – si legge nel rapporto – tali fenomeni si collegano, da un lato, alla notevole performance delle FER, ormai consolidata da diversi anni; dall’altro, alla progressiva contrazione dei consumi energetici complessivi, legata principalmente alla difficile congiuntura economica e alla crescente diffusione delle politiche di efficienza energetica”.