Rinnovabili

BayWa re vince la prima asta per l’eolico galleggiante commerciale

asta eolico galleggiante commerciale
via rawpixel

Primo progetto eolico offshore galleggiante con un contratto CfD

Mentre in Italia i nuovi incentivi alle rinnovabili in mare si fanno attendere, le acque francesi si guadagnano un primato a livello europeo. Il 15 maggio il ministro delegato all’Energia della Francia, Roland Lescure, ha annunciato i risultati della prima asta per l’eolico galleggiante su scala commerciale mai organizzata al mondo. L’operazione ha messo in gara un contingente unico da 250 MW, da realizzare a largo della Bretagna meridionale. E come sottolinea oggi l’associazione di settore WindEurope, si tratta di una pietra miliare per questo segmento tecnologico. Perlomeno a livello europeo.

Attualmente il vecchio continente ospita solo piccoli impianti pilota e progetti dimostrativi dotati di turbine eoliche galleggianti. In altre parole il parco offshore europeo rimane saldamente ancorato agli aerogeneratori a fondamenta fisse, nonostante non manchino ambiziose pianificazioni nazionali. Italia in primis. “L’eolico galleggiante è qui per restare“, ha commentato soddisfatto Pierre Tardieu, Chief Policy Officer di WindEurope. “I progetti dimostrativi hanno funzionato. Ora è il momento di passare a quelli di grandi dimensioni. L’asta francese ha rappresentato una pietra miliare nella storia della tecnologia eolica galleggiante, ponendo la Francia tra i paesi leader” del comparto.

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La prima asta per l’eolico galleggiante commerciale

La procedura di gara è stata avviata nell’aprile 2021 dopo un dibattito pubblico organizzato dalla Commissione CNDP dal 20 luglio al 21 dicembre 2020, mettendo all’asta 250 MW di eolico galleggiante. Sono quindi stati riuniti 10 candidati preselezionati dalla Commissione di regolazione dell’energia (CRE), sulla base delle loro capacità tecniche e finanziarie. Il vincitore? La società consortile costituita di Elicio e BayWa re.L’offerta proposta dal consorzio […] ammonta a 86,45 €/MWh ed è stata selezionata dopo l’esame di tutti i progetti da parte del CRE”, spiega il Ministero francese delle Finanze. “Questo prezzo dimostra la competitività del settore eolico galleggiante e conferma il posizionamento della Francia come leader nello sviluppo di questa tecnologia, mentre tre parchi pilota tra 25 e 30 MW sono in costruzione nel Mediterraneo e dovrebbero essere messi in servizio tra il 2024 e il 2025“.

Tra gli elementi che hanno reso interessante l’asta, vanno menzionati anche i criteri di selezione. E per la precisione quelli diversi dal prezzo. Le offerte dei candidati sono state, infatti, valutate su diversi impegni, in particolare su quelli inerenti il riciclo dei componenti delle turbine eoliche a fine vita, il contributo ad un fondo per la tutela della biodiversità, il tasso di ricorso a piccole e medie imprese per la costruzione e l’esercizio della centrale e l’uso dell’investimento partecipativo per il progetto.

I benefici collaterali del primo impianto eolico galleggiante su scala commerciale

In questo caso il consorzio vincitore si è impegnato ad affidare alle PMI una quota minima del 10% degli studi, della produzione di componenti e dei lavori a terra e in mare. E una percentuale minima identica per i lavori di manutenzione e funzionamento. Inoltre Elicio e BayWa re dedicheranno almeno 500.000 ore all’inserimento professionale di persone in difficoltà sociale o professionale, raccoglieranno un minimo di 10 milioni di euro tramite crowdfunding o investimenti da parte delle comunità locali, destineranno almeno 20 milioni di euro a favore dell’ambiente e del Fondo Biodiversità.

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Secondo quanto riporta BayWa re, a regime il Pennavel (questo il nome del progetto) dovrebbe generare circa il 30% dell’attuale produzione di energia rinnovabile della Bretagna, soddisfacendo il fabbisogno elettrico di oltre 450.000 abitanti. “Pennavel  – spiega l’azienda in una nota stampa – sarà il primo parco eolico galleggiante commerciale al mondo ad aggiudicarsi un Contratto per Differenza (CfD) a lungo termine. Il progetto beneficia di una connessione alla rete protetta con RTE, l’operatore francese del sistema di trasmissione, che è responsabile delle risorse di trasmissione, comprese la sottostazione offshore e i cavi di esportazione”.

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