Sarà realizzata nelle miniere di sale di Jemgum e avrà una capacità record di 700 MWh. Per realizzarla solo acqua salata e polimeri riciclabili
Una mega batteria di flusso redox nascosta sottoterra
(Rinnovabili.it) – Dall’Australia alla Germania, i record dell’energy storage fanno letteralmente il giro del mondo. Dopo l’annuncio della Tesla alle prese con la batteria al litio più grande al mondo nello stato del South Australia, un nuovo progetto tedesco e una nuova tecnologia d’accumulo reclamano a gran voce un titolo mondiale. Parliamo dell’iniziativa della Ewe Gasspeicher GmbH, società teutonica che sta realizzando la batteria di flusso redox più grande mai progettata. Un impianto gigantesco da 700 MWh di capacità, finalizzato a stoccare l’energia proveniente dalle fonti rinnovabili e quasi invisibile a occhi nudo. B4p storage, questo il nome con cui è stato battezzato il progetto, sarà costruito infatti all’interno di caverne di sale. Si tratta di un luogo ben conosciuto dalla società che già oggi impiega le miniere di sale per lo stoccaggio del gas.
Come funziona la batteria di flusso redox (riduzione – ossidazione)? Si tratta di un dispositivo d’accumulo ricaricabile, costituito da due serbatoi contenti gli elettroliti e una cella elettrochimica in cui essi fluiscono e che converte l’energia chimica in elettricità. Nella cella i due liquidi (quello a contatto con il catodo è chiamato catolita, mentre l’elettrolita a contatto con l’anodo è l’anolita) sono separati da una membrana che permette il passaggio solo degli ioni. Quando la batteria viene caricata, la corrente assicura che siano aggiunti ai polimeri dell’anolita degli elettroni. Allo stesso tempo, il catolita rilascia i suoi elettroni (ossidazione). Gli elettroliti quindi vengono pompati dalla cella nel contenitore di stoccaggio e sostituite da molecole “non caricate”. La reazione viene invertita quando la batteria deve fornire energia.
La batteria di Ewe Gasspeicher si basa su un sistema sviluppato dall’Università Friedrich Schiller di Jena, che usa acqua salata come elettrolita e polimeri riciclabili come molecole attive. Questi materiali, secondo i progettisti, sono molto più rispettosi dell’ambiente rispetto al mix di metalli pesanti e acido solforico che le batterie di flusso redox impiegano.
Il sistema brine4power sarà realizzato nel deposito di Jemgum impiegando due enormi caverne sotterranee, attualmente utilizzate per la conservazione del gas naturale. Ognuna di queste cavità ha un volume di 100.000 m 3 , dando alla batteria una capacità di 700 MWh e un output fino a 120 MW.
Ma prima che vengano utilizzate le caverne di sale, la baterriabrine4power sarà sperimentata utilizzando grandi contenitori di plastica sulla superficie della miniera. L’azienda afferma che saranno operativi entro la fine del 2017. “Dobbiamo eseguire ulteriori test e chiarire varie questioni prima di poter utilizzare il principio di stoccaggio indicato dall’Università di Jena in caverne sotterranee”, afferma Ralf Riekenberg, responsabile del progetto brine4power. “Tuttavia, mi aspetto che avremo una batteria sotterranea operativa entro la fine del 2023.”