(Rinnovabili.it) – Le ultime aste eoliche tenute in Italia hanno mantenuto le promesse fatte: hanno tagliato drasticamente il clearing price (ossia il prezzo di aggiudicazione della gara), raggiungendo in pieno l’obiettivo di 800 MW di capacità assegnata. A quasi quattro mesi di distanza dalle prime aste previste dal Decreto 23 Giugno 2016, Terna entra nel merito dei risultati che il meccanismo ha portato al sistema incentivante italiano e al mercato italiano in generale. E lo fa con un focus dedicato, che accompagna gli ultimi dati di esercizio mensile.
Nello speciale vengono analizzati gli effetti della recente assegnazione di incentivi ad impianti a fonti rinnovabili. In ballo c’era una capacità complessiva di 1.376MW che è stata sostanzialmente raggiunta, lasciando all’eolico, e in particolare a quello a terra, la parte da leone. Nel dettaglio la capacità eolica on-shore di quest’ultima asta è stata quasi il doppio delle tre precedenti che erano rimaste nel range 356-442MW.
“Nonostante il forte incremento dell’installato incentivato – fa notare Terna – sembra che l’interesse degli operatori continui a crescere”. Nel contempo si è passato da offerte medie di 124 euro al MWh presentate alla prima gara nel 2012 (di appena il 2,4% più basse del prezzo di base), a soli 66 euro al MWh di clearing price dell’asta 2016. Nonostante in questo caso il prezzo di base fosse più basso (€110/MWh), si è ottenuto uno sconto addirittura del 40%. Il più alto mai raggiunto in Italia fino ad oggi.
Un altro aspetto interessante risiede nell’analisi del merit order. Spiega Terna: “Nelle prime tre aste, la curva delle offerte risultava inclinata positivamente, indicando che maggiori quantità hanno partecipato all’asta ma offrendo prezzi crescenti. Per esempio, raddoppiando la quantità assegnata nell’asta 2013 il prezzo di clearing sarebbe aumentato del 4% ma in prossimità dei 1.000MW le offerte hanno superato i €120/MWh. Lo stesso fenomeno si è registrato nell’asta 2014. L’asta 2016, invece, da questo punto di vista rappresenta un’eccezione poiché la curva di offerta è molto ‘piatta’ nel senso che anche raddoppiando la quota posta in asta da 800MW a 1.600MW il prezzo non cambia, probabilmente essendo questo il frutto di una maggior competizione tra gli operatori”.