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Cosa possiamo imparare dall’asta eolica (da record) UK?

Cosa possiamo imparare dall'asta eolica (da record) UK?
Foto di Enrique da Pixabay

Con il Decreto FER 2, entrato in vigore il 13 agosto 2024, l’Italia si prepara a incentivare per la prima volta l’eolico in mare. Un passo avanti fondamentale per la transizione energetica nazionale. Ma in attesa di capire quando e come si terranno le procedure pubbliche competitive per assegnare i 3,8 GW di contingente previsti per il settore, potrebbe essere utile guardare cosa succede oltre i confini italiani. In questi giorni si è chiusa la nuova asta eolica UK, assegnando la cifra record di 6,3 GW di nuova capacità. Di questi, 5,3 GW rappresentano unicamente futuri impianti eolici offshore.

Il risultato rappresenta un doppio successo, sia per i volumi messi in gioco sia per la risposta del mercato. La precedente gara britannica aveva fatto un buco nell’acqua non riuscendo ad ottenere nessuna offerta per l’eolico in mare. Il problema? La procedura d’asta 2023 aveva fissato un tetto massimo del prezzo d’esercizio troppo basso rendendo i possibili investimenti una perdita per gli sviluppatori (già alle prese con diversi problemi di natura burocratica e di approvvigionamento).

Il nuovo governo laburista ha così rimesso le mani sulla questione, aumentato tra le altre cose il tetto massimo del prezzo del 66% a 73 £/MWh. 

I risultati non si sono fatti attendere. I 5,3 GW di nuova capacità eolica offshore, che hanno vinto Contratti per differenza (CfD), comprendono 9 progetti a fondamenta fissa (per 4,9 GW totali) e un progetto galleggiante (400 MW).

 I vincitori includono:

“Abbiamo fatto tutto questo garantendo un buon rapporto qualità-prezzo ai contribuenti, realizzando la più grande asta fino ad oggi a prezzi competitivi, contribuendo a dare una spinta alla nostra missione per l’indipendenza energetica e l’energia pulita entro il 2030”, ha commentato il ministro dell’Energia Michael Shanks

 Ma i risultati possono essere migliorati ancora, secondo le associazioni di settore.

 “Si sta andando nella giusta direzione, ed è un grande miglioramento rispetto all’asta eolica offshore fallita dell’anno scorso”, afferma Giles Dickson, CEO di WindEurope.  Procedure come questa aiutano anche a sbloccare nuovi investimenti nella catena di fornitura, e sono fondamentali per rafforzare la catena di fornitura […] Tuttavia il Regno Unito deve assicurarsi una maggiore capacità di energia pulita in ogni asta annuale per raggiungere i suoi obiettivi“.

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