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L’anno nero dell’eolico italiano

L’anno nero dell'eolico italiano (Rinnovabili.it) – Il 2013 è stato davvero un anno nero per eolico italiano. Se non fossero bastate le cifre sugli investimenti green, snocciolate dal Bloomberg New Energy Finance, a convincere delle difficoltà in cui versa il comparto delle rinnovabili nostrane, tornano oggi a ricordarlo le associazioni di settore. Coordinamento FREE, ANEV e assoRinnovabili hanno infatti presentato i dati inerenti le performance dell’energia del vento per l’anno passato, rivelando un calo della nuova potenza di oltre il 65% rispetto al 2012. Con soli 450 MW eolici istallati nel 2013, si legge nella nota stampa congiunta, si confermano le preoccupazioni già avanzate dalle tre associazioni sugli effetti dei nuovi meccanismi di incentivazione posti con il sistema delle aste e dei registri. “Questo dato conferma in maniera non più discutibile l’inadeguatezza dei sistemi vigenti e la necessità di un tempestivo intervento del Governo per evitare che il settore eolico possa subire un ulteriore colpo”.

 

A salvarsi sembrerebbe essere solo il minieolico che ha raggiunto entro la fine dello scorso anno i 20 MW complessivi di potenza installata: “un trend positivo ma non ancora sufficiente”. Alla luce di tali dati, Coordinamento FREE, ANEV e assoRinnovabili chiedono oggi al Governo di prendere immediatamente atto di come le norme approvate negli scorsi anni stiano portando il settore eolico italiano verso una fase di stallo e di come abbiano già avuto come effetto la riduzione della forza lavoro di oltre 10.000 occupati, oltre ad aver portato al fallimento numerose aziende.  “Ci aspettiamo che l’esecutivo intervenga quanto prima con politiche mirate che spostino gli incentivi dalla bolletta a meccanismi fiscali, definendo, inoltre, il quadro regolatorio post 2015 per consentire la sopravvivenza di un settore strategico per la green economy”.

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