(Rinnovabili.it)- “Come ampiamente preventivato il livello di partenza dell’incentivo e la farraginosità del meccanismo non hanno consentito neppure domande sufficienti al raggiungimento del contingente. Serve una rapida assunzione di responsabilità e una conseguente modifica del meccanismo in tempi strettissimi”. Questa la dichiarazione di ANEV a seguito dell’apertura dei registri dedicati agli impianti alimentati da FER non fotovoltaica comunicata ieri dal GSE e pretesto per suggerire al governo che verrà di intervenire immediatamente sul regime di incentivazione e sulle autorizzazioni per la realizzazione dei nuovi impianti affinché non si fermi il mercato e con lui lo sviluppo del settore eolico.
Per quanto riguarda l’eolico on–shore sono stati ammessi alle aste 442 MW, ossia meno del contingente fissato, solo 30 MW per quanto riguarda invece l’off-shore su 650 MW di contingente per il 2013. Tutto questo si preannuncia come un possibile danno a svantaggio del comparto visto che l’accesso in graduatoria non significa per forza di cose l’accesso garantito al regime di incentivazione.
Complessivamente si può immaginare una riduzione tale per cui a partire dal 2013 gli impianti eolici installati si ridurranno del 75% rispetto alla media degli anni precedenti.
In numerosi casi i progetti hanno ridotto significativamente il proprio valore temendo il mancato accesso al regime di sostegno; al pari alcuni colossi energetici credendo fermamente nel decreto che stava per essere emanato e nel compenso adeguato che sarebbe stato assegnato ai progetti si sono invece successivamente trovati nella necessità di adeguare le offerte e ridimensionarle.
La disfatta del sistema introdotto dal Decreto Ministeriale Rinnovabili è palese, come spiega il Presidente ANEV Simone Togni “La conferma di quanto da noi paventato ha effetti distruttivi per il settore che passa da una media annua di 1.000 MW a 250 MW. A questo si aggiunge inoltre la minaccia rappresentata dalla Delibera dell’AEEG 281/2012 che pretende di imporre ai produttori eolici l’obbligo di fornire la previsione di produzione per gli impianti alimentati da una fonte, il vento, per definizione non programmabile. Questa Delibera, che di fatto sembra essere una tassa per di più retroattiva, e il sistema delle aste, comportano il blocco delle nuove iniziative. È stata sancita la fine di un settore che ha creato fino ad oggi 30.000 posti di lavoro ormai realmente compromessi. Serve una rapida assunzione di responsabilità e una conseguente modifica del meccanismo in tempi strettissimi. L’Associazione di categoria delle aziende eoliche fa appello a coloro che formeranno il Governo per un intervento immediato al fine si salvare il comparto ed evitare quindi la chiusura di aziende e i licenziamenti che ne conseguirebbero”.