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ANEV: da norma su aree protette rischio “caro bolletta”

(Rinnovabili.it) – Riflettori puntati sul Disegno di Legge “Nuove disposizioni in materia di aree  protette”, ora al vaglio della XIII Commissione Territorio e Ambiente al Senato.  A suscitare perplessità e preoccupazione è soprattutto un emendamento al provvedimento che determinerebbe una serie di oneri ulteriori per i produttori  di energie rinnovabili e di conseguenza nuovi pesi sulla bolletta del consumatore, attraverso incrementi del prezzo dell’energia  e delle tariffe di trasporto. A denunciare la situazione è oggi l’Anev, nel corso di un’audizione tenuta presso l’Ufficio di presidenza della XIII Commissione Territorio e Ambiente al Senato, in cui sono intervenuti il Presidente dell’Associazione, Simone Togni, e il membro della Giunta esecutiva ANEV, Dott. Vincenzo Montori.

Le perplessità espresse dall’associazione riguardano soprattutto la nuova prestazione che , secondo il testo, sarebbe corrisposta “all’ente di  gestione dell’area protetta, a titolo di contributo alle spese per il recupero ambientale e della naturalità”, per quei oggetti titolari di impianti a fonte  rinnovabile “presenti nel territorio di area protetta o in aree contigue”. Un recupero, secondo l’Anev,  già pienamente tutelato da un’altra serie di  norme e adempimenti posti a carico del produttore energetico. “Il provvedimento va nella direzione del ripristino della naturalità, che in realtà è già tutelato da norme esistenti, mediante l’imposizione di specifici obblighi per i gestori di impianti a fonte rinnovabile. Infine, il livello degli oneri derivanti da imposte e simili ha già  aggiunto punti critici: il 44% in termini di sole Ires e Irap per l’anno d’imposta 2011; è un valore che spaventerebbe qualsiasi investitore, italiano o estero che sia”.

Nel corso dell’audizione è emerso anche un altro aspetto  fondamentale: nel caso di impianti da realizzare in aree protette o contigue, l’ottenimento dell’autorizzazione unica è assoggettato al parere dell’Ente che gestisce l’area che, con tale norma proposta, verrebbe influenzato “da valutazioni, non secondarie, dell’effetto finanziario del parere sul bilancio dell’Ente  stesso. Si inserisce un elemento di valutazione, quello monetario, che  contrasta con la tutela degli obiettivi per i quali l’Ente stesso è stato creato”.

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