Sarebbe infondata sia la richiesta di moratoria per i grandi impianti rinnovabili, che il quadro di emergenza sulle politiche di sviluppo dell’eolico
In particolare, l’Anev contrasta sia la richiesta di moratoria per i grandi impianti rinnovabili – “ritenendo l’intervento palesemente illegittimo e certamente dannoso per il settore industriale nazionale, controcorrente rispetto alla necessità di ridurre il costo dell’energia in tariffa” – che il quadro di emergenza (sempre delineato da Confindustria) rivolto specificatamente al settore dell’energia eolica in Italia: ”nell’ultimo anno la produzione è stata di 8,43 TWh, pari al 2,6% dei consumi nazionali di elettricità e che nel 2020 sarà del 6-7%, secondo il documento trasmesso dal Governo a Bruxelles. Il tutto a fronte di Paesi come Danimarca (24%), Spagna (14,8%), Portogallo (14,4%), Irlanda (10,1%) e Germania (9,4%) che gestiscono senza alcun problema tecnico percentuali fino a dieci volte maggiori”. Oltre alla considerazione di questi dati, secondo Anev c’è da aggiungere che “se l’Italia riuscirà a completare il piano di sviluppo delle Fonti Rinnovabili, nel 2020 raggiungerà, con dieci anni di anticipo, un tasso di penetrazione elettrica dell’eolico nel sistema, inferiore rispetto all’attuale livello gestito dai succitati Paesi comunitari”.
(Matteo Ludovisi)