(Rinnovabili.it) – Un settore che sembra stabile quello dell’eolico italiano. Il 2011 si è chiuso infatti con un aumento della potenza istallata allacciata alla rete nazionale che è stata quantificata in 950 MW, seguendo il trend positivo del 2010.
A livello internazionale però i risultati raggiunti non appaiono così eccezionali e ci penalizzano facendo registrare il sorpasso della Francia in termini di potenza, con il Regno Unito in coda che sta avanzando costantemente.
Ma la nuova potenza istallata non è un risultato che fa credere nella solidità del comparto, hanno dichiarato Anev e Aper in un comunicato stampa congiunto, perché simbolo di un iter autorizzativo che sta concludendosi dopo 4 anni invece che nei 180 giorni previsti. “Questa inefficienza del sistema, accompagnata dall’emanazione del D.lgs. n. 28/2011, di cui da quasi un anno si attendono i Decreti attuativi con i quali definire le misure incentivanti per gli impianti che entreranno in esercizio dopo il 1° gennaio 2013, ha influito e influirà ancora sull’ accelerazione delle installazioni nel biennio 2011/2012, a discapito delle iniziative post 2012” si legge nel documento rilasciato dalle associazioni.
Allo sviluppo del settore va però affiancata l’importanza del comparto lavorativo ad esso collegato che, nel caso in cui non fosse supporto da un’adeguata sicurezza e stabilità economica e normativa potrebbe incontrare serie difficoltà di sviluppo, mettendo a rischio migliaia di lavoratori.
L’occupazione nel settore eolico italiano è attualmente di circa 30.000 addetti, con una crescita media annua di circa 5.000 unità una rarità in tempo di crisi. “Tra l’altro – si legge nel comunicato – il numero comunque importante che esprime la potenza installata nel 2011, con un valore cumulato di 6.737 MW, deve far riflettere sulla capacità del sistema eolico nazionale di realizzare una potenza intorno al gigawatt in soli dodici mesi, in un contesto geopolitico e burocratico sempre più complesso. Ciò conferma che il sistema collegato all’eolico possiede dei fondamentali di lungo termine solidi e che, se opportunamente sostenuto e messo in grado di operare al meglio delle sue potenzialità, può dare un contributo sostanziale all’economia del Paese”.