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Agricoltori e rinnovabili, in tempo di crisi il connubio è vincente

Un agricoltore su cinque di quelli iscritti alla NFU ha istallato un impianto alimentato con fonti rinnovabili che gli garantisce un'entrata sicura anche in caso di mancato raccolto

(Rinnovabili.it) – Il raccolto è andato male? Allora meglio pensare alle rinnovabili. E’ questa la strana strategia che gli agricoltori britannici stanno adottando per affrontare la crisi e risollevare le entrate. Un membro su cinque della National Farmers Union (NFU) ha pensato di autoprodurre energia eolica o fotovoltaica, consapevole di poter ottenere un guadagno fino a 50mila sterline annue, secondo quanto dichiarato da uno studio di settore che ha analizzato il comparto 2012.

L’analisi condotta dalla NatWest, dalla RBS e da RenewablesUK mostra che la maggior parte delle istallazioni di parchi eolici è rimasta sotto gli 80 kW di potenza, generando entrate per i coltivatori nell’ordine delle 50mila sterline annue come pagamento per l’energia elettrica prodotta e immessa in rete mentre per gli impianti più piccoli fino a 20 kW le entrate sono state di circa 12mila sterline.

 

“Il 2012 è stato un anno difficile per la comunità agricola, con ondate di maltempo durevoli”, ha detto il dottor Jonathan Scurlock, consigliere NFU capo per le energie rinnovabili e il cambiamento climatico. “Investire nelle energie rinnovabili fornisce agli agricoltori e ai coltivatori guadagni aggiuntivi in ​​un momento in cui i bilanci aziendali sono diventati molto incerti.”

La NFU ha infatti nel tempo consigliato ad oltre 1.500 aziende di investire nelle fonti energetiche rinnovabili come garanzia di un’entrata economica certa avvalorata dai dati rilasciati dall’esperto in energie rinnovabili Fisher German, che ha calcolato un tasso di rendimento fino al 25% rispetto al tasso del 12-24% degli impianti di digestione anaerobica, del 10-15% dell’energia idroelettrica e dell’8-15% per i pannelli solari.