(Rinnovabili.it) – I Paesi Bassi hanno ben chiaro l’obiettivo climatico da raggiungere prima della metà del secolo: tagliare l’80-95 per cento delle emissioni rispetto i livelli del 1990. Il come fare è definito nella nuova Agenda Energetica, documento pubblicato del Ministero degli Affari Economici, che detta tappe temporali e strategie attuative su energia ed emissioni.
Si inizia con il gas, su cui il ministro Henk Kamp annuncia la data di fine, l’anno 2050. Avete capito bene: in un’Unione Europea sempre più focalizzata sul GNL, i Paesi Bassi cercano la strada d’uscita radicale. Secondo l’Agenda Energetica il riscaldamento domestico dovrà progressivamente abbandonare il gas per far spazio al calore di scarto dei processi industriali e degli impianti geotermici. Le nuove infrastrutture di teleriscaldamento saranno allacciate di default a tutte le nuove abitazioni e gradualmente sostituiranno l’intera rete del gas domestico.
Una decisione radicale per un Paese che fino a qualche anno fa era il produttore comunitario numero uno di gas naturale. Drastica, ma non inaspettata dal momento che il gigantesco giacimento di Groningen – che ha reso grande l’Olanda a partire dagli anni ’60 – ha iniziato a ridurre la sua produzione. Il calo ha costretto la nazione quest’anno, per la prima volta, a importare GNL dalla Norvegia con un saldo finale negativo. Ma i problemi di Groningen sono anche strettamente legati alla relazione tra terremoti e operazioni estrattive. Relazione che non solo è stata pienamente accertata ma che, ad ottobre dello scorso anno, ha costretto Shell ed Exxon, responsabili di quelle operazioni, a pagare salati risarcimenti ai proprietari di 30 mila edifici danneggiati nella provincia, proprio a causa della sismicità indotta.
Come rimpiazzare il gas naturale? Con eolico offshore e un ritorno al carbone implementando tecnologie di CCS (carbon capture and storage). Il Governo intende intensificare gli sforzi nel settore del vento designando nuove aree del Mare del Nord per l’istallazione di aerogeneratori. Di pari passo però, i sussidi destinati all’eolico marino sono destinati a una progressiva riduzione, fino alla totale eliminazione nel 2026, anno in cui il Ministero ritiene non siano più necessari. Sorte simile toccherà alle rinnovabili in generale, nonostante Amsterdam abbia da poco incrementato il budget dedicato alle green energy.
L’Agenda energetica impone anche una data di “scadenza” ai veicoli con motore a combustibile: entro il 2035 sulle strade olandesi dovranno circolare solo mezzi a zero emissioni. Inoltre rafforzerà l‘ETS, il sistema di scambio di emissioni, attraverso una riduzione annua del tetto emissivo e delle quote di CO2 nel mercato. Tra le idee, anche quella di ampliare il fondo da 100 milioni di euro che fornisce garanzie o prestiti subordinati ai progetti di riduzione del carbonio.
Ma soddisfare tali obiettivi non sarà uno scherzo: le prime stime governative parlano di 10 miliardi di euro l’anno, pari a circa 1,4 per cento del PIL. E le incertezze rimangano alte.