(Rinnovabili.it) – L’Argentina è al lavoro per rafforzare capacità produttiva e indipendenza energetica. Per farlo, il Governo Macrì ha pronte nel cassetto quattro nuove aste dedicate a infrastrutture, fonti convenzionali ed energie rinnovabili, con cui spera di attirare fino a sette miliardi di dollari d’investimenti entro i confini nazionali.
A fare pressione sulla necessità di rinnovare la strategia energetica è soprattutto l’import fossile come spiega il ministro dell’Energia Juan Jose Aranguren “Il nostro Paese ha una forte dipendenza dai combustibili fossili, e questa è una buona occasione per diversificare il mix”. Parlando dal palco del Forum organizzato da The Economist, il ministro ha tenuto a sottolineare come “un paese come il nostro, con risorse di qualità e quantità, con colpa della nostra inefficienza […] è dipendente dalle importazioni di energia”.
L’obiettivo del Governo, almeno a parole, è quella di invertire la situazione, attirando capitali privati esteri e nazionali e arrivando al 2018 con un nove per cento di energia rinnovabili nei consumi. Nel 2016 il dato era fisso all’1 per cento.
La strada è quella delle aste che non coinvolgono tuttavia solo progetti green. Due delle gare previste per quest’anno riguarderanno centrali convenzionali, una le nuove linee di trasmissione e l’ultima (che si terrà tra luglio e agosto 2017) per impianti rinnovabili. Secondo l’analisi di Bloomberg New Energy Finance sono attesi per i prossimi tre anni fino a 6,5 GW di nuova capacità aggiunta alla rete, di cui 3,6 GW alimentati a combustibili convenzionali e 2,8 GW da fonti alternative e idroelettrico su larga scala. L’anno scorso gli investimenti del settore energetico “pulito” hanno raggiunto i 6,5 miliardi di dollari e gli esperti di settore scommettono che il dato possa moltiplicarsi per tre nei prossimi anni.
“Vogliamo mantenere il circolo virtuoso delle aste pubbliche, di modo che il capitale nazionale e internazionale possa collaborare a migliorare l’affidabilità del sistema elettrico di Argentina e a ridurre i costi di generazione”, ha commentato Aranguren. “Dobbiamo anche assicurare di espandere il sistema di trasmissione in parallelo alla nuova capacità produttiva”. L’obiettivo sulle infrastrutture è di realizzare circa 5.000 chilometri di reti di ultra-tensione.