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Energia rinnovabile: così le fer risparmieranno miliardi di litri d’acqua ogni anno

Uno nuovo studio mostra come il consumo d’acqua a livello industriale sia drasticamente calato grazie alla conversione di alcune centrali a carbone in impianti a gas. Passando all'energia pulita, il risparmio sarà ancora maggiore

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Credit: Beyond Coal & Gas Image Library (CC BY 2.0)

La transizione verso il gas e l’energia rinnovabile ha portato finora ad un risparmio di miliardi di litri d’acqua

(Rinnovabili.it) – La transizione dal carbone al gas naturale e, in particolare, all’energia rinnovabile nel settore elettrico statunitense sta drasticamente riducendo anche il consumo di acqua. A confermarlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori della Duke University, negli USA, secondo i quali la progressiva dismissione o conversione delle centrali a carbone potrebbe portare ad enormi vantaggi anche dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse idriche mondiali.  

Mentre la maggior parte dell’attenzione è generalmente focalizzata sui vantaggi per il clima e la qualità dell’aria,  questo nuovo studio mostra che la transizione al gas naturale – e ancor più alle fonti di energia rinnovabile – ha portato finora ad un risparmio di miliardi di litri d’acqua, ha spiegato Avner Vengosh, professore di geochimica e qualità dell’acqua presso la Nicholas School of the Environment di Duke.

 

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E questo nonostante l’intensificazione dei consumi idrici associati al fracking – tecnica della fratturazione idraulica generalmente utilizzata per aumentare, o ristabilire, il ritmo di estrazione – e alla produzione di gas di scisto: “Per ogni megawatt di elettricità prodotta utilizzando gas naturale anziché carbone – ha sottolineato Andrew Kondash, ricercatore post-dottorato presso Duke – la quantità di acqua prelevata dai fiumi e dai bacini sotterranei locali si è ridotta di 10.500 galloni (circa 40mila litri), l’equivalente cioè di un approvvigionamento idrico di 100 giorni per una tipica casa americana. Il consumo – inteso come la quantità di acqua utilizzata da una centrale elettrica e non più tornata nell’ambiente – diminuisce di 260 galloni per megawatt”, ha aggiunto Kondash.

 

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Presupponendo per il prossimo decennio un simile tasso di riduzione del carbone, entro il 2030 – stimano i ricercatori – verranno risparmiati circa 483 miliardi di metri cubi di “oro blu” ogni anno. Ovviamente i vantaggi maggiori si registrerebbero passando all’energia solare o eolica: lo studio mostra infatti che il consumo idrico derivante dall’impiego di fonti di energia rinnovabile, misurato per chilowatt di elettricità prodotto, è solo l’1% o il 2% rispetto a quella utilizzata nel caso di centrali termoelettriche convenzionali.

Una completa transizione energetica avrebbe dunque effetti enormi, considerando che circa il 40% di tutto l’uso di acqua negli Stati Uniti è attualmente destinato al raffreddamento di impianti termoelettrici: “la quantità di acqua utilizzata per il raffreddamento delle centrali termoelettriche eclissa tutti gli altri usi nel settore dell’elettricità, inclusi l’estrazione del carbone, il lavaggio del carbone, il trasporto di minerali e gas, la perforazione e il fracking”, ha detto Vengosh.