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Energia: la IEA rema contro l’accordo sul clima di Parigi?

Un nuovo report di Oil Change International e IEEFA fa le pulci alle analisi energetiche dell’agenzia e rivela: anche lo scenario di sviluppo sostenibile ci porterebbe fuori rotta sul clima

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World Energy Outlook della IEA rischia di essere una profezia che si auto-avvera

(Rinnovabili.it) – L’agenzia internazionale dell’Energia (IEA) non sta aiutando i Paesi a mantenere la giusta rotta verso gli obiettivi del Paris Agreement. È quanto sostengono oggi Oil Change International e l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) che, in un nuovo rapporto, accusano l’ente di dare ancora troppo spazio ai combustibili fossili.

“OFF TRACK: The IEA and Climate Change”, questo il titolo dello studio pubblicato online questa mattina, fa le pulci alle ultime previsioni energetiche del World Energy Outlook, mostrando come anche nello scenario definito di sviluppo sostenibile, il mondo sia destinato a esaurire il budget di carbonio (la quantità massima di CO2 per restare entro un certo aumento di temperatura) in meno di sei anni.

 

Perché è così importante che le analisi e i pronostici dell’agenzia internazionale siano aderenti agli impegni climatici mondiali? Perché la IEA non è un semplice osservatore: è stata creata dall’OCSE dopo la crisi energetica del 1973 con il compito di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche nazionali. Nei primi anni l’obiettivo principale era quello aiutare i Paesi a mantenere la stabilità degli approvvigionamenti tradizionali, soprattutto quelli petroliferi visto l’allora recente shock. Nel tempo, tuttavia, ha esteso il suo mandato anche sul fronte della protezione ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici, assumano un ruolo importante nella promozione delle rinnovabili e della ricerca connessa. A quasi 50 anni di distanza dalla sua fondazione però, la “preoccupazione fossile” rischia d’essere ancora l’elemento principale della mission.

 

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“La IEA promuove una visione del futuro in cui il mondo rimane dipendente dai combustibili fossili – spiega Greg Muttitt, Research, Direttore di Oil Change International – Costituendo la base per le decisioni politiche e di investimento, rischia di diventare una profezia che si autoavvera. Tutti i 30 paesi membri dell’Agenzia hanno firmato l’Accordo di Parigi, quindi la IEA dovrebbe aiutarli a raggiungere gli obiettivi climatici, non a trattenerli”.

Secondo gli autori, infatti, il principale nuovo scenario politico (NPS) dell’organizzazione, implica la combustione di una quantità di fonti fossili tale da esaurire il budget del carbonio previsto per raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C entro il 2022 e quello per i 2°C entro il 2034. Nel dettaglio, tra il 78 e il 96 per cento degli investimenti in gas e combustibili fossili raccomandati in questo scenario, per un valore tra i 11,2 e i 13,8 trilioni di dollari nel 2018-40, sono incompatibili con gli obiettivi di Parigi. Il nuovo e più ambizioso scenario per lo sviluppo sostenibile (SDS) non migliora la situazione, dal momento che ritarda l’esaurimento del budget di appena qualche anno.

 

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“Abbiamo bisogno di reindirizzare urgentemente questo capitale nell’energia pulita – ha aggiunto Muttitt. – Qualsiasi altra linea di condotta porterà a livelli di cambiamenti climatici sostanziali che superano gli obiettivi concordati dai governi a Parigi”.