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Energia e decarbonizzazione: WWF e Greenpeace bocciano il PNIEC inviato a Bruxelles

Inviato ieri a Bruxelles, la versione definitiva del Piano Energia Clima italiano non convince gli attivisti. Secondo WWF e Greenpeace mancano azioni concrete e visioni strategiche a lungo termine.

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Foto di Jim Black da Pixabay

Le associazioni ambientaliste bocciano la versione definitiva del PNIEC: si punta troppo sui gasdotti e troppo poco sulle rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Pubblicata ieri sul sito internet del Ministero dello sviluppo economico, la versione definitiva del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) ha ricevuto in queste ore una sonora bocciatura da parte delle associazioni ambientaliste. 

Greenpeace ha espresso disappunto e preoccupazione per un testo “semplicemente insufficiente a contrastare l’emergenza climatica in cui viviamo”, mentre il WWF, della stessa opinione, ne ha immediatamente notato la permanenza di “una sostanziale assenza di coraggio e di visione strategica a lungo termine”. 

 

La versione finale del PNIEC, lo ricordiamo, riporta diverse modifiche rispetto alla bozza redatta a gennaio 2019: nel Piano sono state integrate le ultime novità normative italiane e alcune delle indicazioni che la Commissione UE ci aveva fornito quest’estate, a cominciare da un rialzo degli obiettivi rinnovabili al 2030. Mai cambiamenti apportati non sono sufficienti. Secondo  Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, si tratterebbe infatti di “aumenti quasi insignificanti per gli obiettivi di efficienza energetica e rinnovabili termiche”. Greenpeace ha di contro evidenziato il “ruolo da padrone” che il gas, cioè uno dei principali responsabili della crisi climatica, continuerebbe a giocare nel futuro del nostro Paese. “Questa è l’ennesima volta che l’Italia perde l’occasione per esprimere una leadership nella lotta al cambiamento climatico”. “Non basta – ha spiegato Iacoboni –  fissare obiettivi, servono strumenti per raggiungerli. Il governo dunque smetta di fare gli interessi della lobby del gas e del petrolio e inizi a schierarsi davvero dalla parte dei cittadini che ogni giorno subiscono inquinamento e crisi climatica”. 

 

Opinione sostanzialmente condivisa da WWF Italia, secondo cui non sarebbero stati predisposti “adeguati strumenti per far si che le FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) diventino l’asse strategico del nuovo sistema energetico”. 

Citando il TAP, già in fase di completamento, ed il cosiddetto EastMed (il gasdotto cioè che vorrebbe collegare direttamente le risorse energetiche del Mediterraneo orientale alla Grecia continentale attraverso Cipro e Creta), l’ONG ha valutato il testo del PNIEC inviato ieri alla Commissione Europea “fortemente incentrato sulle infrastrutture gas. Soluzioni che, secondo WWF, non solo non consentirebbero di decarbonizzare il sistema energetico, ma che non permetterebbero neppure di assorbire quote significative di occupati. Al contrario – ricorda  l’ONG – le FER “offrirebbero livelli di occupazione (a parità di MW installato) assai superiori, rispetto a quelli forniti dagli impianti a gas”.

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