Podemos e il PSOE, freschi vincitori delle elezioni in Spagna, propongono rilancio delle rinnovabili, divieto di fracking e pensionamento del nucleare
(Rinnovabili.it) – Il botto di Podemos alle elezioni in Spagna si ripercuote anche sul settore energetico, dal fracking alle rinnovabili. A scatenare il terremoto è la conquista di Barcellona ad opera del movimento guidato da Pablo Iglesias, cui seguirà probabilmente quella di Madrid, Valencia e Saragozza in alleanza con i socialisti del PSOE. Simmetricamente, questo successo ha determinato il crollo dei consensi per il PP del premier Rajoy, e un ritorno deciso a sinistra dell’elettorato spagnolo.
Le compagnie energetiche sono piuttosto preoccupate degli sviluppi di un simile cambio di passo, poiché nei programmi elettorali di Podemos e PSOE mancano i favoritismi che le industrie del fossile e del nucleare avrebbero ottenuto dai popolari. La proposta delle due formazioni politiche in materia è piuttosto simile, e dà luogo ad una cauta esultanza da parte di Jorge Morales de Labra, vice presidente della Fundación Renovables: «Se i due partiti porteranno a termine il loro programma, le cose cambieranno», dichiara.
Questi i temi scottanti su cui sono attesi degli sviluppi.
Questo scenario mette KO il fracking, proprio quando le trivelle stavano minacciosamente cingendo d’assedio la zona di Burgos e montava la rabbia delle comunità (leggi anche: La Spagna rischia il fracking vicino alla centrale nucleare).
4. Efficienza energetica: anche in questo settore, il governo dei Popolari aveva nicchiato. Ora però, sul’efficienza si potrebbe iniziare ad investire di più: tutta l’opposizione al PP ha aderito infatti ad un manifesto per i Comuni sostenibili, presentato all’inizio di aprile dalla Plataforma por un Nuevo Modelo Energético y la Fundación Renovables.
5. Energie rinnovabili: il PSOE ha modificato tutta la politica dei tagli alle rinnovabili promossa durante il secondo mandato di José Zapatero. La Spagna era stata inondata di cause intentate dagli investitori internazionali (proprio come l’Italia con lo Spalma Incentivi che ha causato l’uscita dal Trattato sulla Carta dell’Energia) contro tali decisioni, peggiorate ulteriormente da governo di Rajoy. I socialisti però, a questa tornata hanno promesso di ridare slancio alle energie pulite. In particolare, il fotovoltaico è già vicino alla grid parity nel Paese.
6. Autoconsumo: Il ministro dell’Industria, José Manuel Soria, potrebbe dover rivedere la normativa che a giugno intende emanare in materia. Il decreto è altamente controverso, perché impone ai piccoli produttori di pagare una tassa per l’utilizzo della rete elettrica, sia che ne traggano sia che vi immettano l’energia. Una simile gabella soffocherebbe nella culla questa buona pratica.
7. Mercato elettrico: è di competenza del Ministero dell’Industria, ma nella sinistra sembra esserci consenso per una riforma del mercato che metta fine alle sovraretribuzioni che permettevano al comparto idroelettrico e nucleare di intascarsi 2 miliardi di euro l’anno per impianti il cui costo di investimento sarebbe già stato ampiamente riscattato.