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Elementi 39: il MISE vuole aste tecnologicamente neutre

Elementi 39: il MISE vuole aste tecnologicamente neutre

 

(Rinnovabili.it) – Il numero 39 di “Elementi”, il periodico del GSE – Gestore dei Servizi Energetici diretto da Romolo Paradiso, torna ad aggiornarci sul mondo dell’energia attraverso interventi e interviste rilasciate da personalità che ricoprono ruoli significativi nei vari settori politici, economici e industriali. Energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità dolce, ma anche lotta alle emissioni ed evoluzione del sistema idrico italiano: questi i temi della pubblicazione che si apre con un intervento del Ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, sulla direzione delle nuove politiche di sostegno alla transizione energetica.

Un cambiamento che, come afferma lo stesso Calenda, è passato a livello europeo da un obiettivo prettamente ambientale ad uno che garantisse l‘economia dei costi. I nuovi target italiani (ma non solo) sono chiaramente diversi da quelli di ieri e premono su salvaguardare i settori produttivi più energivori ed esposti alla concorrenza internazionale, introdurre una prima armonizzazione degli strumenti di incentivazione, integrare le energie rinnovabili nelle regole del mercato e, insieme, promuovere lo sviluppo di tecnologie e strumenti per la riduzione dei costi”.

 

Su quest’ultima voce, il ministro approfondisce il discorso spiegando come il Governo sia intenzionato a valorizzare e migliorare il meccanismo delle aste al ribasso. “Intendiamo esplorare la possibilità di svolgere aste tecnologicamente neutre, dove esistono margini di stimolo alla competizione e, al tempo stesso, promuovere il graduale utilizzo di soluzioni innovative per la sicurezza del sistema (siano esse tecnologiche come i sistemi di accumulo, o operative come la gestione aggregata di impianti e consumi)”.

 

L’intervento di Enrico Morando, vice ministro dell’Economia e delle Finanze, si focalizza sull’efficienza energetica, in particolar modo sui lavori di retrofit in edilizia condominiale. In questo campo, Morando ha proposto l’istituzione di un fondo pubblico a disposizione dei condomini che vogliano ristrutturare e risparmiare sul consumo. “Nei grandi palazzi anni ’60 e ’70, le agevolazioni tramite detrazioni Irpef non funzionano: in ogni palazzo c’è almeno una famiglia proprietaria con Irpef incapiente. Una famiglia che, all’assemblea condominiale, sarà ‘costretta’ a votare contro l’intervento per il risparmio energetico. Risultato: l’agevolazione non funziona proprio là dove ce ne sarebbe più bisogno”.

 

La soluzione proposta è quella di delegare a livello un soggetto terzo – il fondo che agisce in una logica di mercato – a cui lo Stato riconoscerà ciò che oggi è riconosciuto alle famiglie (la detrazione IRPEF del 65% dell’investito, con un limite massimo per appartamento, in 10 anni). Chi investirà nel fondo? “Può esserci anche Cassa Depositi e Prestiti, – aggiunge Morando – ma soprattutto capitali privati che puntano ad un rendimento moderato e sicuro. Il restante 35% e l’utile del fondo vengono dall’enorme risparmio nel costo dell’energia, specie per il riscaldamento”.

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