(Rinnovabili.it) – Sempre più nazioni nel mondo comprendono come investire della razionalizzazione dei consumi energetici sia una scelta win-to-win; eppure i progressi nel raggiungimento degli obiettivi d’efficienza energetica non sono veloci come ci si aspetterebbe. A rivelarlo è il rapporto “World Energy Perspective: Energy Efficiency Policies” prodotto dal World Energy Council in collaborazione con la francese ADEME, e presentato in occasione del Congresso internazionale in corso a Daegu, in Corea.
“Il nostro ultimo studio mostra un aumento dei governi oggi preoccupati per l’efficienza energetica. Circa l’80% dei paesi esaminati hanno obiettivi quantitativi di risparmio, mentre sei anni fa solo il 40% aveva fissato target in tal senso. Le etichette e gli standard di efficienza energetica per gli elettrodomestici sono stati applicati in tutti i paesi OCSE e nel 90% dei paesi asiatici. I regolamenti per gli apparecchi che consumano energia e per gli edifici rimangono le misure più comunemente applicate”, spiega François Moisan, Direttore Esecutivo di ADEME e curatore del rapporto.
Nonostante ciò la domanda di energia continua a crescere, rallentando di fatto gli sforzi compiuti a livello globale. “Il tasso di declino dell’intensità energetica ha ridotto notevolmente il suo ritmo”, commenta Christoph Frei, segretario generale del WEC. In parte ciò si spiega con prospettive d’investimento più incerte a causa dalla crisi economica globale, ma il vero problema è la preoccupante crescita di alcuni voci di consumo energetico, nodo aggravato dal continuo aumento della domanda di energia, a carico soprattutto dei Paesi non-OCSE.
Nel complesso la maggior parte dei Paesi ha ridotto notevolmente l’utilizzo totale di energia per unità di PIL negli ultimi tre decenni. I miglioramenti sono in gran parte attribuibili ai miglioramenti d’efficienza nelle utilizzazioni finali, come i veicoli, elettrodomestici, sistemi di riscaldamento e processi industriali. L’Europa occidentale attualmente vanta l’intensità energetica più bassa, mentre la Comunità degli Stati Indipendenti utilizza oltre tre volte più energia per unità di PIL del resto del Vecchio Continente. Anche Cina, Africa e Medio Oriente possiedono un’intensità energetica doppia rispetto alla media europea, mentre l’America Latina circa il 15% in più. “Mentre è importante riconoscere dove sono stati compiuti progressi, è anche fondamentale sapere quando il ritmo del cambiamento scende e perché. L’azione per lo sviluppo di nuove politiche e strategie non è mai stata più urgente”, conclude Frei.