(Rinnovabili.it) – “Regole inaccettabili e incomprensibili”. Così l’Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio e Leghe si pronuncia sulla bozza del Decreto Sviluppo contente la proposta di rimodulazione delle detrazioni per l’efficienza energetica. Le novità contenute al punto 10 della norma, attualmente in esame da parte del Governo, hanno destato non poca preoccupazione nell’Associazione che mette in questi giorno sotto i riflettori gli aspetti più critici contenuti nelle disposizioni. Nello specifico, Uncsaal individua cinque punti nella bozza ritenuti inammissibili, a partire dal nuovo vincolo previsto per le chiusure apribili e assimilabili che, secondo il documento circolato, potranno ottenere il 55% solo se installate congiuntamente a sistemi di termoregolazione o valvole termostatiche. Interventi, questi che andrebbero ad aggravare, sottolinea Uncsaal, la spesa del consumatore. “Inoltre, l’inserimento delle valvole termostatiche in un impianto condominiale implica l’approvazione unanime dell’assemblea condominiale (mentre per sostituire i serramenti ciò non è necessario, purché le nuove finestre siano esteticamente fedeli all’originale e non alterino quindi la facciata)”.
L’Unione punta il dito anche un altro importante aspetto quale il non aver previsto alcuna estensione delle detrazioni ai beni strumentali e ai soggetti pubblici non assoggettati all’Ires. “In un momento di crisi come l’attuale la propensione alla spesa (seppur in parte agevolata) da parte di singoli proprietari di unità immobiliari risulta particolarmente bassa e lo sarà anche per gran parte del 2012 […] Se stimiamo che l’intero valore degli investimenti in recupero del patrimonio non residenziale privato valgano 17 miliardi di euro, una estensione delle detrazioni fiscali ai beni strumentali potrebbe produrre un incremento del 40-50% di tali investimenti, dando conseguentemente fiato alla ripresa del mercato in questo settore”. “Inoltre – continua Uncsaal – se il Legislatore individuasse forme utili ad estendere gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici anche ai soggetti pubblici non assoggettati all’Ires, prevedendo, per esempio, che gli importi da detrarre siano scalati dalle utenze energetiche, è ipotizzabile un incremento del 30% del valore degli investimenti nel non residenziale pubblico attualmente stimato in 5 miliardi di euro”.