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Uk: Davey presenta la riforma del mercato energetico

(Rinnovabili.it) – Luci accese, bollette meno care e aria pulita sono i risultati che il Segretario di Stato britannico Edward Davey ha intenzione di raggiungere attraverso la riforma del mercato energetico pubblicata stamane.

“Con la riforma del mercato, saremo in grado di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per il lungo termine, ridurre la volatilità delle bollette energetiche, ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio, e raggiungere i nostri obiettivi sui cambiamenti climatici in gran parte legati alla decarbonizzazione del settore energetico entro il 2030” ha specificato il ministro.

Le riforme sono state studiate per dare agli investitori trasparenza e sicurezza, al fine di attrarre investimenti per un totale di 110 miliardi di sterline per aumentare la produzione di energia elettrica a basse emissioni di carbonio per il 21° secolo. Nel decennio prossimo le previsioni indicano che circa un quinto della capacità di generazione proverrà da impianti off-line e senza riforme i blackout si potrebbero verificare costantemente lasciando al buio milioni di abitazioni, rendendo così necessario incrementare l’importazione di combustibili fossili per aumentare la produzione di elettricità, con i rischi e le conseguenze che già si conoscono. Oltre ad assicurarci sicurezza energetica, diminuzione degli importi in bolletta e aria più pulita “Le riforme saranno un toccasana per l’economia, lasciandoci meno vulnerabili di fronte all’aumento dei prezzi energetici globali e facendoci sostenere fino a 250.000 posti di lavoro nel settore energetico”. Il nuovo mercato sarà progettato per favorire un equilibrato portafoglio di energie rinnovabili, che comprenda anche il nucleare e nuovi impianti di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), in grado di garantire che queste tecnologie possano competere lealmente. Tra gli elementi di maggiore importanza nella riforma la presenza di un Emissions Performance Standard (EPS) che garantirà il fermo regolamentare per evitare la costruzione di nuove centrali a carbone che emettano più di 450g/kWh e la defizione di un tetto del prezzo del carbonio (Carbon Price Floor) che sia di stimolo alla diffusione delle tecnologie low carbon.

 

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