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Trasformare il calore di scarto in elettricità? Basta una vernice

Trasformare il calore di scarto in elettricità? Basta una vernice

 

(Rinnovabili.it) – Due terzi di tutta l’energia prodotta viene normalmente persa sotto forma di calore. Riuscire a recuperare in maniera efficiente questo spreco ha ovviamente un valore enorme. Nell’impresa si sono cimentati anche i ricercatori dell’Ulsan National Institute of Science and Technology (UNIST), dell’Istituto coreano di Scienza e Tecnologia (KIST) e del Korea Electrotechnology Research.

Il nutrito gruppo di scienziati ha creato una vernice in grado di trasformare il calore di scarto in elettricità, con l’obiettivo di creare in futuro applicazioni per l’ambito domestico e quello della mobilità. La nuova tintura ha come caratteristica principale quella di essere termoelettrica, vale a dire in grado di produrre elettricità dalla differenza di temperatura. La gran parte dei dispositivi termoelettrici fino ad oggi realizzati però, sono dei sistemi piatti e rigidi, dalla difficile applicazione se la superficie finale non è piana. Integrati, ad esempio, nel motore a combustione delle auto, la rigidità fisica limita fortemente la loro capacità di sfruttare tutto il calore.

 

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Al contrario la vernice può rivestire completamente gli oggetti, che siano essi frigoriferi o propulsori termici, massimizzando di conseguenza la quantità di calore sfruttato. La chiave del lavoro svolto dal gruppo è un nuovo processo di produzione che permette alle particelle di tellururo di bismuto (composto chimico spesso usato nei dispositivi termoelettrici) disciolte in soluzione di aggregarsi fra loro e saldarsi con il calore. Ciò ne aumenta la densità e rende la vernice più efficiente nel trasformare il calore di scarto in elettricità: la misura ZT (che tiene conto anche della conducibilità elettrica e termica dl materiale termoelettrico) si aggira tra 0,67 e 1,21 e gli oggetti rivestiti dalla vernice hanno prodotto una potenza di uscita da 4 a 23 mW cm2 a secondo dell’inclinazione della superficie.

 

La ricerca è ancora solo all’inizio, ma gli scienziati ritengono che l’invenzione, con qualche miglioramento, possa rivelarsi utile per catturare il calore dei mesi estivi attraverso pareti e tetti degli edifici. “Stiamo pensando – spiegano – di sviluppare pitture lavorabili a temperatura ambiente e resistente all’aria, processi di produzione scalabili, per applicazioni pratiche”. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.

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